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Pred. Pastore Rosario Spadaro
Matteo 16:24 Allora Gesù disse ai suoi discepoli:<<Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 25 Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la ritroverà. 26 Che giova infatti all’ uomo, se guadagna tutto il mondo e poi perde la propria anima? O che darà l’uomo in cambio dell’ anima sua?
Il Signore Gesù con queste parole ci dice che vuole che noi siamo disposti ad essere crocifissi, in senso spirituale, rinunciando alla nostra vita, morendo a noi stessi, proprio per salvarla. Questa è la chiave che ci apre le porte a DIO ed alle sue benedizioni. Non dobbiamo essere concentrati su noi stessi, facendo vivacchiare l’uomo vecchio che è ancora in noi e che vuole la gloria tutta per sé stesso e non per DIO. Se siamo così, vuol dire che ancora siamo troppo vivi nella nostra carne e per niente crocifissi. Vuol dire che siamo troppo occupati nelle cose mondane, facendo attenzione all’ apparire al meglio, a coltivare l’aspetto esteriore, prestando molta attenzione a quello che gli altri pensano di noi, etc. Tutto questo non ci fa ricevere la vita abbondante che DIO ci ha preparato, non ci fa gustare la gioia che nasce in noi quando iniziamo e continuiamo a conoscerlo, quando non centriamo la nostra attenzione sui problemi ma sull’ Eterno, alleggerendoci dai pesi e portandoli alla croce di Gesù.
Quando crocifiggiamo noi stessi, Gesù entra nella nostra vita molto velocemente. Del resto Gesù quando era sulla terra ed iniziò il suo ministero, si recava da una regione ad un’ altra, molto velocemente, per fare del bene a chiunque incontrava. Gesù si riposava per lo più mentre pregava il Padre. Anche noi, ci dice il pastore, siamo chiamati a vivere come Gesù ed ad affrontare la vita portando le difficoltà al Padre che ha già pronte tutte le soluzioni. Se viviamo in questo modo, gli altri vedranno, attraverso noi, la grandezza di DIO, la sua gloria perché saremo centrati su Cristo e sull’ Amore che ha per noi. Di questo ne dà testimonianza diretta l’apostolo Paolo in:
Galati 2:20 Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di DIO, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.
L’apostolo Paolo ha accolto l’invito di Gesù, che ha ricevuto per rivelazione dello Spirito Santo e non perché avesse letto il Vangelo di Matteo, in quanto quest’ultimo non l’aveva ancora scritto. Paolo ha crocifisso il suo "io"che era pieno di ansia, di paure, di preoccupazione per le circostanze naturali, ed è diventato "vivo" facendo vivere Gesù dentro di lui. E’ Gesù che ha preso il controllo della vita di Paolo e che lo guida lungo il cammino. Anche noi, se facciamo entrare Gesù nella nostra vita, ci libereremo del vecchio "io", cambieremo i nostri cuori e seguiremo Gesù, parlando la sua stessa lingua; la lingua della fede, del perdono, dell’Amore e del fare la volontà di DIO.
Matteo 11:28 Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo. 29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime. 30 Perché il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero!>>.
Con Gesù non ci stancheremo mai se deporremo il nostro vecchio uomo sulla croce. La croce ci parla di riposo e non di condanna. Se entreremo nel riposo potremo compiere la missione che Gesù ci ha affidato che è quella di benedire gli altri facendo loro conoscere l’Amore di DIO. Nel versetto 30 di Matteo 11, Gesù ci vuole dire che se camminiamo con Lui, saremo come sopra una nuvola, che si muove leggera e veloce, e sulla quale non ci sono limiti di potenza e c’è il riposo di DIO.
Romani 7:18 Infatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene, poiché ben si trova in me la volontà di fare il bene, ma io non trovo il modo di compierlo. 19 Infatti il bene che io voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. 20 Ora, se faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo faccio, ma è il peccato che abita in me.
Questi versetti ci dicono che nella nostra carne non si trova il bene perché in essa il vecchio uomo fa regnare il peccato. In pratica non agiamo in base a quello che DIO ci dice, ma facciamo di testa nostra. Lavorare per il regno di DIO significa far entrare dentro di noi i pensieri di Cristo ed agire in base ad essi, e non in base alle nostre convinzioni sbagliate che ci portano nel non riposo. Perciò, mettiamo la nostra attenzione su DIO e non concentriamoci su noi stessi, cedendo il controllo della nostra vita a Lui. Vivere la salvezza significa vivere dell’iniziativa di DIO . sarà questo che ci farà crescere in santità perché contempleremo Gesù e non guarderemo la nostra vecchia immagine. A questo proposito il pastore paragona il cristiano alla pianta; la pianta ha inizio dal seme che viene seminato nel terreno, se esso è fertile, ben coltivato ed innaffiato, produrrà molto frutto senza essere stressata perché sarà il nutrimento che le farà portare il frutto. Allo stesso modo anche noi porteremo molto frutto se ci nutriremo di Gesù Cristo; il frutto sarà una conseguenza dell’essere entrati nel riposo di DIO, crocifiggendo le nostre capacità limitate. La pianta riposa e vive nel nutrimento, noi viviamo nel riposo nutrendoci con la preghiera, la lode e l’adorazione.
1 Samuele 17:45 Allora Davide rispose al Filisteo:<<Tu vieni a me con la spada e col giavellotto; ma io vengo a te nel nome dell’ Eterno degli eserciti, il DIO delle schiere d’Israele, che tu hai insultato. 46 Oggi stesso l’ Eterno ti consegnerà nelle mie mani; e io ti abbatterò, ti taglierò la testa e darò oggi stesso i cadaveri dell’esercito dei Filistei agli uccelli del cielo e alle fiere della terra, affinché tutta la terra sappia che c’è un DIO in Israele. 47 Allora tutta questa moltitudine saprà che l’Eterno non salva per mezzo di spada né per mezzo di lancia; poiché l’esito della battaglia dipende dall’Eterno, ed egli vi darà nelle nostre mani>>. 48 Or, quando il Filisteo e si fece avanti per andare incontro a Davide, anche Davide corse prontamente verso la linea di battaglia incontro al Filisteo; 49 mise la mano nella sacca, ne trasse fuori una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte; la pietra si conficcò nella fronte ed egli cadde con la faccia a terra.
Il pastore ci pone una domanda:"Cosa faceva vincere sempre Davide?" e ci da anche la risposta dicendoci che Davide vinceva perché era concentrato su quello che è DIO e non sul fatto che lui era un ragazzo; inoltre, Davide non era concentrato neanche sul fatto che Golia fosse un gigante ma era concentrato su quello che DIO aveva fatto ed avrebbe fatto ancora per lui.
Avviandosi alla conclusione del messaggio, il pastore ci fa osservare che nel versetto 47 sopra citato, sta scritto chiaramente che l’esito della battaglia è nelle mani di DIO e non nelle nostre capacità umane. Per questo si può definire Davide un piccolo gigante della fede e possiamo affermare che anche noi siamo più che vincitori in Cristo Gesù. Amen.