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Pred. Pastore Antonio Stallone
Luca 10:30 Gesù allora rispose e disse:<<Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei ladroni i quali, dopo averlo spogliato e coperto di ferite, se ne andarono lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada e, veduto quell’uomo, passò oltre, dall’altra parte. 32 Similmente anche un levita si trovò a passare da quel luogo, lo vide e passò oltre, dall’altra parte. 33 Ma un Samaritano, che era in viaggio, passò accanto a lui, lo vide e ne ebbe compassione. 34 E, accostatosi, fasciò le sue piaghe, versandovi sopra olio e vino; poi lo mise sulla propria cavalcatura, lo portò ad una locanda e si prese cura di lui. 35 E il giorno dopo, prima di partire, prese due denari e li diede al locandiere, dicendogli:"Prenditi cura di lui e tutto quello che spenderai in più, te lo renderò al mio ritorno". 36 Quale dunque di questi tre ti pare sia stato il prossimo di colui che cadde nelle mani dei ladroni?>>. 37 E quello disse:<<Colui che usò misericordia verso di lui>>. Gesù allora gli disse:<<Và e fa anche tu lo stesso>>.
Tutti conosciamo la parabola del buon samaritano ma sicuramente non l’abbiamo analizzata in relazione al ruolo che un buon padre di famiglia deve svolgere con i propri figli. Gesù stesso ci ha presentato il modello da seguire, facendoci conoscere DIO come padre perfetto, che prova un grande amore verso i figli e che si prende cura di tutti i loro bisogni, attraverso la relazione quotidiana, così come avveniva fra Gesù ed il Padre celeste.
Infatti, identificando il buon samaritano con il buon padre, ci accorgiamo che nella parabola è presente lo stile di attenzione che questi deve riservare ai bisogni dei membri della famiglia; attenzione che porta ad avere compassione e misericordia. Oggi, a causa di una vita frenetica ed anche ad un indurimento di cuore, agiamo spesso con lo stile descritto dalle parole contenute e ripetute nei versetti 31 e 32:"… passò oltre …". L’insensibilità sembra regnare sovrana nelle famiglie, i cui membri sembrano essere centrati più sui bisogni personali che su quelli degli altri. I padri, quasi sempre, delegano alle mogli il ruolo di capo famiglia, defilandosi dalle loro responsabilità ma pretendendo al tempo stesso che tutto vada bene ed essendo pronti a scaricare la colpa sulle mogli per i problemi che sorgono in famiglia. Tutto questo perché sono troppo presi dal lavoro o peggio perché non vogliono assumersi alcuna responsabilità e si nascondono dietro comportamenti anche infantili, colpevolizzando le mogli perché non si prendono cura dei bisogni della famiglia in modo adeguato. Questo fa sentire i figli orfani di padre, perché manca loro l’autoritarismo di un padre che prende le redini della situazione e ne provvede la soluzione, di un padre capace di amare ma allo stesso tempo di disciplinare e che fa crescere in responsabilità i propri figli che altrimenti andrebbero alla deriva.
La mancanza di autorevolezza del padre sta anche nel presentarsi al figlio come compagno di gioco. Il padre deve essere padre perché il figlio, di compagni ne avrà sempre, ma di padre ne avrà uno solo. In famiglia ci sono diversi modi di essere sensibili al bisogno degli altri, istintivamente per un atto di compassione e di misericordia oppure facendo una selezione e rischiando di emarginare alcuni componenti della famiglia stessa. Gesù attraverso questa parabola vuole che ci interroghiamo su come noi rispondiamo ai bisogni degli altri, se siamo misericordiosi e compassionevoli come lo è Lui con noi, o se passiamo oltre, come hanno fatto il sacerdote ed il levita, quando in famiglia c’è qualcuno che è triste e si sente solo, perché entriamo in un meccanismo di autodifesa in quanto il bisogno dell’altro ci coinvolgerebbe troppo e ci impedirebbe di occuparci dei nostri bisogni; questa forma di auto protezione blocca l’Amore di DIO nella nostra vita.. Per cui invece di entrare in empatia con il bisogno dell’altro, entriamo nell’apatia e nel distacco, diventando anche frettolosi e superficiali per paura che qualcosa possa rallentare la nostra corsa. Infatti la fretta di fare le cose che dobbiamo fare quotidianamente ci impedisce di spendere del tempo con il membro della nostra famiglia che ha un bisogno.
Per un cristiano avere la visione del buon samaritano deve essere uno stile di vita non solo in famiglia ma anche fuori.
Tornando alla famiglia, un'altra cosa che ci impedisce di prenderci cura del bisogno dell’altro, è l’avere i compiti separati ed il crearsi di conseguenza l’alibi che non spetta a noi farlo. Ma non dimentichiamoci che DIO ci ha detto che mentre noi ci occuperemo dei bisogni degli altri manifestando il Suo Amore, Lui si prenderà cura dei nostri bisogni manifestandosi nella nostra vita. Questo porterà gioia, allegria, compassione e misericordia in famiglia perché come ci dice l’apostolo Paolo in Filippesi il rallegrarci nel Signore di continuo ci porterà la gioia in famiglia. DIO stesso è compassionevole con noi, come sta scritto nel:
Salmo 103:8 L’Eterno è pietoso e clemente, lento all’ira e di grande benignità. 9 Egli non contende in eterno e non serba l’ira per sempre. 10 Egli non ci tratta come meritano i nostri peccati, e non ci retribuisce secondo le nostre iniquità. 11 Poiché, quanto sono alti i cieli al di sopra della terra, tanto è grande la sua benignità verso quelli che lo temono. 12 Quanto è lontano il levante dal ponente, tanto ha egli allon= tanato da noi le nostre colpe. 13 Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso l’Eterno verso quelli che lo temono. 14 Perché egli conosce la nostra natura e si ricorda che siamo polvere.
Quanti di noi siamo così come è stato descritto DIO nel versetto 8? In realtà spesso siamo facili all’ira, abbiamo uno spirito altero che ci guida e siamo molto poco pazienti nei confronti degli altri. Tutto questo ci accade perché non crediamo fino in fondo a quello che DIO è ed a quello che Lui può fare in noi e per noi. Ma se preghiamo DIO che ci aiuti a credere di più in LUI, avremo la consapevolezza dell’Amore che Egli ha per noi, e questo ci terrà lontani dalla paura e dallo scoraggiamento.
Nei versetti dal 10 al 14, è descritta la compassione di DIO e quanto siamo amati da Lui, nonostante i nostri limiti e le nostre imperfezioni. Se crediamo in questo, ciò ci permetterà di vedere, di amare ed accettare i limiti umani di chi ci sta accanto. La compassione è il punto di partenza per vedere con sguardo diverso l’altro e non per difenderci; ed è l’attenzione che mettiamo nella compassione che ci permette di avere delle buone relazioni d’amore. È dalla compassione nasce anche l’onore, infatti il buon samaritano si prese cura dell’uomo ferito e lo onorò portandolo sul suo cavallo in una locanda e pagando le spese della sua permanenza.
Tutta la società viene plasmata da quello che succede in famiglia. la famiglia è la palestra in cui si acquisiscono gli elementi fondamentali, in cui si impara a rispettare ed ad essere rispettati, ed è in famiglia che si impara a conoscere il volto di DIO. Infatti chi vuole servire DIO ne deve essere un buon testimone in famiglia, come sta scritto in:
1 Timoteo 3:4 che governi bene la propria famiglia e tenga i figli in sottomissione con ogni decoro;
inoltre non dobbiamo dimenticare il peso che la donna ha in famiglia, di grande responsabilità perché è lei che ha il compito di curare il marito e di farlo presentare in società nel miglior modo possibile, è lei che si prende cura dei figli quando il marito è fuori casa, ma è importante che poi sia il marito, quando torna a casa a prendere il controllo della famiglia, perché i figli sanno che quando sono soli con la mamma, è lei che ha il comando, ma quando torna il papà è lui che se ne occupa. Se oggi la società va male è perché non c’è questo equilibrio ed i figli vivono spesso da soli in casa cresciuti dalla televisione, perché entrambi i genitori lavorano. Il lavoro è importante ma molto più importante è la famiglia, ecco perché se DIO fa parte della famiglia ci sarà il giusto equilibrio e sarà Lui a provvedere il necessario, senza bisogno di renderci schiavi del lavoro. Non a caso DIO ha messo come obbligo un giorno di riposo alla settimana, affinché la famiglia possa essere riunita e godere di una giornata di assoluto riposo. Questo è lo shabat ebraico ovvero il sabato ebraico, giornata di totale riposo. C’è bisogno di questo giorno perché la famiglia ha bisogno di rigenerarsi affinché i membri entrino in empatia gli uni con gli altri. Tornando alla parabola del buon samaritano, né il levita né il sacerdote ebbero questo sentimento di empatia e passarono oltre, essendo troppo indaffarati a servire DIO ma non ad onorarLo, per questo non mostrarono alcuna compassione.
Salmo 139:1 Tu mi hai investigato, o Eterno, e mi conosci. 2 Tu sai quando mi siedo e quando mi alzo, tu intendi il mio pensiero da lontano. 3 Tu esamini accuratamente il mio cammino e il mio riposo e conosci a fondo tutte le mie vie. 4 Poiché prima ancora che la parola sia sulla mia bocca, ecco, tu, o Eterno, la conosci appieno.
Isaia 48:17 Così dice l’Eterno, il tuo Redentore, il Santo d’Israele:<<Io sono l’Eterno, il tuo DIO, che ti insegna per il tuo bene, che ti guida per la via che devi seguire. 18 Oh, se tu avessi prestato attenzione ai miei comandamenti! La tua parola sarebbe come un fiume e la tua giustizia come le onde del mare.
Nel Salmo 139 è spiegata la compassione di DIO nei nostri confronti. Lui conosce i nostri pensieri e le parole che stiamo per pronunciare. Ma DIO è anche colui che ci guida spiritualmente sussurrando al nostro cuore la Sua voce, per questo abbiamo bisogno che ci sia silenzio intorno a noi, per essere pronti ad ascoltare quanto lo Spirito Santo ha da dirci per insegnarci, come sta scritto in:
Giovanni 14:26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto.
Abbiamo bisogno di questa relazione con DIO per essere dei buoni samaritani, abbiamo bisogno di sentire la guida di DIO, perché se questo avviene la storia del nostro destino di vita, cambia completamente. Per poter aver uno sguardo di compassione nei confronti della famiglia, abbiamo bisogno di essere riempiti di Spirito Santo e lo stesso vale per tutti coloro che il Signore vorrà farci incontrare. Abbiamo bisogno di desiderare di essere il profumo di DIO per questo non ci deve bastare una semplice doccia ma continuare con il deodorante e la crema profumata, cioè sovrabbondare dell’ essere riempiti di Spirito Santo. Cosicché potremo trasmettere il profumo di DIO ad ognuno che si avvicina a noi; profumo fatto di tenerezza, compassione, gioia e di allegria. È una scuola continua in cui si cresce ogni giorno perché modellati ed insegnati dal Signore, ma anche da coloro che ci sono accanto, perché non dobbiamo essere come coloro che non vogliono essere detti cosa alcuna dagli altri, ma capire che DIO si serve anche degli altri per parlarci. Perciò siamo umili e mansueti, pronti all’ascolto perché solo così DIO potrà modellarci. Quando noi siamo sereni, una voce dolce sussurra ai nostri cuori e siamo in grado di ascoltarla, ma se siamo agitati non siamo in grado di ascoltare la voce di DIO ed allora Lui ci manda un angelo attraverso le parole del pastore, di un fratello, di una sorella, di nostra moglie o di nostro marito, di un figlio. Per questo è necessario essere sensibili spiritualmente per comprendere che DIO vuole liberarci dai mali che vengono. È bello vivere in una famiglia dove c’è gioia, pace, allegria, per questo dobbiamo pregare il Signore a renderci più sensibili alla voce dello Spirito Santo, è la compassione di Cristo che è in noi, che permette alle preghiere di essere esaudite. Amen.