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Pred. Past. Rosario Spadaro
1 Giovanni 4:12 Nessuno ha mai visto DIO; se ci amiamo gli uni gli altri, DIO dimora in noi e il suo amore è reso perfetto in noi.
Questo versetto ci fa comprendere una grande verità: DIO ci ama di un amore perfetto e se riceviamo nel cuore questo amore saremo in grado di amare gli altri come li ama Lui ed inoltre attraverso questo amore funzionerà anche la fede in modo perfetto. Possiamo paragonare l’Amore di DIO ad una pila carica che permette alla lampadina di accendersi e far luce; la lampadina siamo noi quando siamo ripieni di questo Amore.
1 Giovanni 4:18 Nell’amore non c’è paura, anzi l’amore perfetto caccia via la paura, perché la paura ha a che fare con la punizione, e chi ha paura non è reso perfetto nell’amore.
Se dentro di noi c’è paura, vuol dire che ancora non abbiamo ricevuto la rivelazione dell’ Amore di DIO nel modo giusto. Vuol dire che siamo ancora legati alla interpretazione religiosa per cui crediamo che saremo amati da DIO solo se ci comportiamo bene e facciamo del bene e che nonostante questo dobbiamo fare sempre di più per piacere all’Eterno. Questa è una dottrina diabolica che non fa altro che metterci addosso dei sensi di colpa che non ci appartengono. Ecco perché, per non restare prigionieri in questi sensi di colpa, è necessario pregare il Signore affinché ci riveli il Suo Amore perfetto che ci libera dalla paura e dal timore della punizione; perché DIO è amore non condanna in questo tempo di grazia.
Luca 15:11 Disse ancora:<<Un uomo aveva due figli. 12 E il più giovane di loro disse al padre:"Padre dammi la parte dei beni che mi spetta". E il padre divise fra loro i beni. 13 E pochi giorni dopo il figlio più giovane, raccolta ogni cosa, se ne andò in viaggio in un paese lontano e là dissipò le sue sostanze vivendo dissolutamente.
In questa scrittura Gesù disegna l’immagine del Padre e del Suo cuore, facendoci comprendere l’Amore grande e perfetto che DIO ha verso i Suoi figli, perché questo è un amore completamente diverso da quello degli uomini. Analizzando il testo capiamo che il figlio più giovane, chiedendo al padre la sua parte di eredità, è come se avesse detto: "visto che tu ancora non muori, mi prendo in anticipo la parte di eredità che mi spetta". Il comportamento del padre ci insegna moltissimo. Un padre certamente addolorato ma che nonostante tutto ama il proprio figlio e proprio per questo gli dà quello che egli gli chiede e lo lascia libero di andare, pur temendo di non poterlo rivedere più. Il dolore di questo padre non nasce dall’egoismo ma dal grande amore e dalla preoccupazione di quale fine potesse fare il figlio, una volta andato via di casa.
Luca 15:14 Ma quando ebbe speso tutto, in quel paese sopraggiunse una grave carestia ed egli cominciò ad essere nel bisogno. 15 Allora andò a mettersi con uno degli abitanti di quel paese, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. 16 Ed egli desiderava riempire il ventre con le carrube che i porci mangiavano, ma nessuno gliene dava. 17 Allora, rientrato in sé, disse:"Quanti lavoratori salariati di mio padre hanno pane in abbondanza, io invece muoio di fame! 18 Mi leverò e andrò da mio padre, e gli dirò: Padre ho peccato contro il cielo e davanti a te; 19 e non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi lavoratori salariati". 20 Egli dunque si levò e andò da suo padre. Ma, mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò.
Quando il figlio tocca il fondo e finisce con patire fame, rinsavisce e decide di tornare al padre ma ancora non è veramente pentito nel cuore, è solo il bisogno che lo spinge a tornare a casa, infatti vorrebbe solo diventare uno degli operai di suo padre. Ma il padre, che ogni giorno stava alla porta ad aspettare il ritorno del figlio, quando lo vede gli corre incontro e lo abbraccia forte.
Luca 15:21 E il figlio gli disse:"Padre ho peccato contro il cielo e davanti a te e non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". 22 Ma il padre disse ai suoi servi:"Portate qui la veste più bella e rivesti telo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi.
Il padre probabilmente non ha neanche ascoltato quanto gli stava dicendo il figlio perché era troppo felice di riaverlo a casa che subito ha voluto far festa per il suo ritorno. Lo stesso fa DIO con noi quando torniamo a Lui, anche solo per bisogno; in questo sta la grandezza dell’ Amore di DIO che non ci tratta come ci meriteremmo ma usa la Grazia, per questo ha mandato Suo Figlio Gesù che ci ha ridato la dignità di essere figli di DIO e l’autorità sul diavolo e sulle sue tentazioni, liberandoci dalla schiavitù del peccato. Spesso noi torniamo a DIO con la mentalità da religiosi ed egoisti, proprio come il figlio giovane di cui si parla nella parabola, ma poi l’Amore del Padre ci trasforma e ci fa comprendere la grandezza di questo Amore. Questo ci suggerisce di andare sempre da DIO con il cuore in mano, in tutta semplicità e senza ragionamenti umani dettati dalla religiosità, chiedendo per il nostro bisogno il Suo aiuto ma anche chiedendo la rivelazione profonda del Suo Amore perfetto.
Geremia 29:11 Poiché io conosco i pensieri che ho in mente per voi>>, dice l’Eterno, <<pensieri di pace e non di male, per darvi un futuro e una speranza.
DIO ha per noi pensieri più alti e più grandi per noi, perché vede la nostra meschinità ma anche il nostro bisogno di avere la rivelazione del Suo Amore perfetto.
Il nostro amore è imperfetto se usiamo due pesi e due misure come fece l’uomo debitore al quale fu condonato un grandissimo debito che per pagarlo non gli sarebbe bastata l’intera sua vita e che, nonostante questo, non fece altrettanto con un suo debitore. Perciò stiamo attenti a come ci comportiamo con gli altri, usando lo stesso metro d’Amore che usa DIO, perché questo ci farà godere della vita abbondante che l’Eterno ha promesso a ciascuno dei Suoi figli. Amen.