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Il pastore ha oggi iniziato la meditazione ponendo due domande all’ assemblea, chiedendo di riflettere e rispondersi intimamente. Nella prima domanda ha chiesto quando fosse stata l’ultima volta che ognuno aveva chiesto scusa a qualcuno; nella seconda quando fosse stata l’ultima volta che avesse ammesso di aver sbagliato. Poi ha proseguito citando il passo biblico che è in:
Giacomo 1:1 Giacomo, servo di DIO e del Signore Gesù Cristo, alle dodici tribù che sono disperse nel mondo:salute. 2 Considerate una grande gioia, fratelli miei, quando vi trovate in prove di vario genere, 3 sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. 4 E che la costanza compia in voi un’ opera perfetta, affinché siate perfetti e completi, in nulla mancanti. 5 Ma se qualcuno di voi manca di sapienza, la chieda a DIO che dona a tutti liberamente senza rimproverare, e gli sarà data. 6 Ma la chieda con fede, senza dubitare, perché chi dubita è simile all’onda del mare, agitata dal vento e spinta qua e là. 7 Non pensi infatti un tal uomo di ricevere qualcosa dal Signore, 8 perché è un uomo dal cuore doppio, instabile in tutte le sue vie.
Il pastore ci spiega che questa è una lettera universale, indirizzata a tutte le dodici tribù d’ Israele sparse nel mondo. Noi apparteniamo alla tribù di Giuda che è formata da coloro che lodano il Signore Gesù e sono innestati in lui, facendoci appartenere alla stirpe israelita di Gesù, anche se non siamo ebrei di nascita. I versetti di Giacomo mettono in evidenza quanto sia importante agire in fede nelle prove, nelle difficoltà, chiedendo a DIO non la fede ma di poterla provare per poter uscire fuori dal problema. È Gesù stesso che ci ha dato la fede e ci ricorda di usarla nelle difficoltà affinché esse siano superate. Il pastore prosegue citando cosa DIO disse a Mosè quando si trovò insieme al popolo israelita, con alle spalle l’ esercito egiziano e davanti le acque del Mar Rosso. DIO disse a Mosè di usare il bastone e di alzarlo, così come a noi ci dice di usare l’autorità che sta nel nome di Gesù, quando lo pronunciamo con fede.
Nel versetto 5 ci dice che abbiamo bisogno di chiedere a DIO la sapienza necessaria per poter affrontare ogni circostanza ed uscirne vincitori. Il pastore ci dice che abbiamo bisogno della sapienza di DIO affinché la Parola sua che è custodita nel nostro cuore abbia un rinfresco ed una nuova rivelazione al tempo stesso. Ciò significa che in ogni nuova situazione in cui ci veniamo a trovare, abbiamo bisogno di una nuova rivelazione della Parola di DIO. Il pastore ci fa l’esempio di quando noi mangiamo il pane ogni giorno. Sappiamo che sapore abbia ma per avere il suo effetto nutritivo è necessario che entri nel nostro stomaco e venga digerito, ogni giorno.
Se abbiamo la sapienza di DIO, saremo in grado di parlare agli altri e di farci comprendere da loro, avendo anche l’umiltà di chiedere se siamo stati chiari oppure no. La sapienza ci serve anche per camminare per fede, perché non siamo in grado di vedere oltre l’ apparenza. Solo DIO, infatti, vede oltre in modo completo ma fa vedere a noi quella parte delle cose che ci servono per poter prendere le sue promesse. Sapienza vuol dire vedere quello che non si vede, con una capacità soprannaturale nell’invisibile, per poi gestire in modo corretto la situazione; per agire secondo il carattere di Cristo. La Bibbia è piena di situazioni in cui DIO fa vedere ai suoi figli ciò che sarebbe accaduto, al fine di prepararli agli eventi, proprio come fece con Abrahamo quando gli fece vedere cosa sarebbe successo alle città di Sodoma e Gomorra, ed al giudizio in cui andavano incontro suo nipote Lot e la sua famiglia, spingendo Abrahamo ad intercedere. Questo ci fa comprendere che quando preghiamo dobbiamo farlo in accordo alla Parola di DIO, non facendo delle richieste assurde come ad esempio pregare affinché nessuno dei nostri familiari non muoia mai, ma pregare affinché quando moriranno vadano con il Signore, avendo fatto prima la volontà di DIO su questa terra. Andare alla presenza di DIO ci fa entrare nel mondo spirituale e ci permette di conoscere quello che è il suo progetto per ciascuno di noi. Salomone aveva compreso quanto fosse importante chiedere all’Eterno la sapienza, perché come re del popolo ebraico aveva una grande responsabilità dinanzi a DIO, in quanto egli è geloso del suo popolo. DIO ha gradito la richiesta di sapienza fattagli da Salomone come anche ha gradito la cura che re Davide aveva avuto nei confronti di questo suo figlio trasmettendogli l’ amore di DIO ed il timore inteso come rispetto.
1 RE 4:29 DIO concesse a Salomone sapienza, una grandissima intelligenza e una mente vasta come la sabbia che è sulla riva del mare. 30 E la sapienza di Salomone superò la sapienza di tutti i figli d’ oriente e tutta la sapienza degli Egiziani. 31 Egli fu più sapiente di ogni altro uomo: più di Ethan l’ Ezrahita, più di Heman di Kakol e di Darda, figli di Mahol, e la sua fama si diffuse per tutte le nazioni all’ intorno.32 pronunciò tremila proverbi e i suoi cantici furono mille e cinque.33 Parlo degli alberi, dal cedro del Libano all’ issopo che spunta dal muro; parlò pure degli animali, degli uccelli, dei rettili e dei pesci. 34 Da tutti i popoli veniva gente per udire la sapienza di Salomone, mandati da tutti i re della terra che avevano sentito parlare della sua sapienza.
Tutti i re della terra riconoscevano che Salomone aveva una grande sapienza e che ne avevano di bisogno anche loro per risolvere i vari problemi governativi. Anche noi ne abbiamo di bisogno per poter operare nel Regno di DIO al fine di dimostrare che DIO esiste, che è Amore, Giustizia e che la sua Parola è Verità. Così come la ebbe Gesù quando parlò alla donna samaritana, salvandola e salvando anche l’intera città. Gesù dipendeva da DIO, quando era sulla terra, così come lo dobbiamo essere noi, ecco perché abbiamo bisogno di ricevere sapienza in ogni circostanza. Il pastore ci fa l’esempio del blocchetto di assegni che ci viene dato da DIO, senza però che nessun assegno sia firmato, perché ogni qual volta ne abbiamo di bisogno di uno, andiamo a lui per farcelo firmare. Questo perché in ogni circostanza abbiamo bisogno che nel nostro cuore si accenda una luce nuova, avendo un cuore fiducioso ed aperto verso DIO per ricevere la sua sapienza. Tutto questo affinché non crediamo di essere onnipotenti ed invincibili, agendo nella carne. DIO sa che l’uomo è soggetto al delirio dell’ onnipotenza causato dalla mancanza di umiltà. Mosè fu uno degli uomini più mansueti della terra; intendendo per mansueto uomo che si lascia trasformare da DIO, che accetta i suoi consigli e li mette in pratica. Anche come ci ha detto Gesù, di essere umili e mansueti come lui, quando ubbidì fino alla morte in croce.
Daniele 9:2 nel primo anno del suo regno, io, Daniele, compresi dai libri il numero degli anni in cui, secondo la parola dell’ Eterno indirizzata al profeta Geremia, si dovevano compiere le desolazioni di Gerusalemme, e cioè settant’anni.3 Volsi quindi la mia faccia verso il Signore DIO, per cercarlo con preghiere e suppliche, col digiuno, col sacco e con la cenere.
Daniele 9:21 sì, mentre stavo ancora parlando in preghiera, quell’ uomo Gabriele, che avevo visto in visione all’ inizio, mandato con rapido volo, giunse da me verso l’ora dell’ oblazione della sera. 22 Egli mi ammaestrò, mi parlò e disse:<<Daniele, io sono venuto ora per metterti in grado di intendere.
Daniele capì che in settant’anni sarebbe finita la deportazione del popolo d’ Israele in Babilonia, ma di questo chiese umilmente conferma a DIO. Daniele fu messo in grado di intendere da DIO. Ecco perché anche noi abbiamo bisogno di chiedere all’Eterno di farci comprendere quale sia la verità e quale la menzogna, perché solo chiedendo umilmente a lui aiuto, potremo agire con giustizia. È DIO stesso che vuole che siamo umili per ricevere la sua sapienza, ricevendo la risposta nel cuore con il timbro della pace di DIO. Così come avvenne a Giosuè quando doveva conquistare la città di Gerico; egli non fece altro che ubbidire alla strategia che DIO gli aveva dato. La strategia che DIO dà, è diversa per ogni situazione, come fece con Gesù quando guarì i ciechi con metodi diversi, oppure quando fece i due miracoli della moltiplicazione dei pani e dei pesci.
Quindi, prima di fare la nostra preghiera di fede, dobbiamo essere entrati alla presenza di DIO, umiliandoci e cercando la sua faccia, chiedendogli di darci la sapienza necessaria per far funzionare la nostra fede.