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Chi fa la differenza.
Predicatore past. Rosario Spadaro
2 Samuele 6:6 Quando giunsero all’aia di Nakon, Uzzah stese la mano verso l’arca di DIO e la sostenne, perché i buoi avevano inciampato. 7 Allora l’ira dell’ Eterno si accese contro Uzzah, e là DIO lo colpì per la sua colpa; ed egli morì in quel luogo presso l’arca di DIO. 8 Davide fu grandemente amareggiato, perché l’Eterno aveva aperto una breccia nel popolo, colpendo Uzzah. Così quel luogo fu chiamato Perets-
1 Samuele 4:8 Guai a noi! Chi ci salverà dalle mani di questi dèi potenti? Questi sono gli dèi che colpirono gli Egiziani con ogni sorta di piaghe nel deserto. 9 Siate forti e comportatevi da uomini, o Filistei, affinché non diventiate schiavi degli Ebrei, come essi sono stati schiavi vostri. Comportatevi da uomini e combattete!>>. 10 Così i Filistei combatterono e Israele fu sconfitto; e ciascuno fuggì alla sua tenda. La strage fu veramente grande; d’ Israele caddero trentamila fanti.
Questo ci fa comprendere che la seconda sconfitta d’Israele fu più grande perché grande fu l’arroganza con la quale agirono nei confronti di DIO, al punto tale che l’arca fu portata via dai Filistei. L’arca rappresentava DIO, ma non era DIO. Era stata fatta da mani d’uomo che avevano seguito le direttive date da DIO per costruirla. L’Eterno attraverso di essa voleva che il popolo potesse realizzare le Sue benedizioni facendo ciò che Lui diceva loro di fare e stare alla Sua presenza. Il pastore ci fa notare come ci sia una sostanziale differenza tra il comportamento di Uzzah e gli israeliti, ed il comportamento di Obed-
Ciò significa che noi siamo l’arca e che DIO è dentro di noi. Se l’arca è consacrata, sono guai per chi la tocca; a questo punto, ci dice il pastore, è necessario che prendiamo consapevolezza di due cose importanti:
Noi siamo la cosa più importante agli occhi di DIO ed Egli scruta il nostro essere interiore ma guarda anche quello esteriore, perché il nostro corpo è l’arca cioè il tempio di DIO. E’ Lui che ci ha creati. Siamo il contenitore dello Spirito Santo perciò manteniamoci in santità e purezza, affinché siamo protetti ed illuminati spiritualmente.
Dobbiamo stare attenti a ciò che diciamo. Guai a chi parla male di un fratello o di una sorella perché diventa come Uzzah che toccò l’arca senza averne il diritto. Gesù stesso un giorno disse che chiunque dice "raca" cioè "pazzo" ad un suo fratello, sarà sottoposto a giudizio. Ecco perché non dobbiamo dare dei giudizi ma soltanto fare delle valutazioni del comportamento degli altri per riportali su noi stessi ed usarcene per imparare ciò che non dobbiamo più essere. Questo vuol dire fare una valutazione di se stessi, senza giudicare gli altri, perché non dimentichiamoci che tutti hanno la possibilità di cambiare. Stiamo, quindi, attenti a dove portiamo la nostra arca e a che cosa DIO ci dice di fare, prima di agire. Evitiamo di mettere DIO dinanzi al fatto compiuto, e se ciò fosse avviene, non cerchiamo il suo aiuto con arroganza ma con umiltà, chiedendo perdono senza auto giustificazione e senza scaricare le nostre colpe sugli altri, magari evidenziando il loro comportamento. Ricordiamoci che chi tocca qualcosa che non deve toccare, muore.
Analizziamo ora:
2 Samuele 5:22 In seguito i Filistei salirono di nuovo e si sparpagliarono nella valle dei Refaim. 23 Quando Davide consultò l’Eterno, egli disse:<<Non salire; aggirali alle spalle, piomba su di loro di fronte ai balsami. 24 Quando udrai un rumore di passi sulle cime dei balsami, lanciati subito all’attacco, perché allora l’Eterno uscirà davanti a te per sconfiggere l’esercito dei Filistei>>. 25 Davide fece esattamente come l’Eterno gli aveva comandato e sconfisse i Filistei da Ghebar fino a Ghezer.
Qui leggiamo che Davide consulta l’Eterno ed ottiene da Lui la strategia da seguire. Questo ci insegna che la potenza di DIO si manifesta su di noi solo quando impariamo l’ubbidienza in tutto e per tutto. Questo fa la differenza: il saper aspettare le indicazioni di DIO, senza agire di testa nostra. E’ chiaro che possiamo commettere degli errori perché siamo esseri imperfetti, ma l’importante è non perseverare nello stesso errore e chiedere a DIO con umiltà, la via d’uscita dal pasticcio che abbiamo combinato, riconoscendo l’errore ed essendo disposti a cambiare, rimanendo fermi ad aspettare la risposta da parte di DIO.
Isaia 1:19 Se siete disposti ad ubbidire, mangerete le cose migliori del paese;
E’ DIO che ci dice questo. Perciò ubbidiamo ed aspettiamo, analizzando il nostro comportamento, andando a DIO per chiedergli il Suo aiuto in cosa dobbiamo cambiare, purificando la nostra lingua e permettendo a DIO di operare, frenando l’entusiasmo della carne ed aspettando conferma nello spirito.
Esodo 33:15 Mosè allora gli disse:<<Se la tua presenza non viene con me, non farci partire da qui. 16 Come si potrà ora conoscere che io ed il tuo popolo abbiamo trovato grazia ai tuoi occhi? Non è forse perché tu vieni con noi?Così noi saremo distinti, io e il tuo popolo, da tutti i popoli che sono sulla faccia della terra>>.
Mosè apprezzava moltissimo la presenza di DIO e voleva che fosse Lui a guidarlo, a proteggerlo ed a sostenerlo in ogni cosa che doveva fare. Se c’è la presenza di DIO nella nostra vita, siamo riconoscibili dinanzi agli altri e siamo in pace con loro e con noi stessi. Così daremo la gloria a DIO per i successi ottenuti e non ci prenderemo alcun merito, non faremo il culto a noi stessi e non esalteremo il nostro "Io".
Anche Abrahamo dovette comprendere ed imparare ad aspettare i tempi di DIO, perché fin quando non comprese ciò, non fece altro che combinare guai e ritardare l’opera di DIO; come quando ebbe la pretesa di dare una mano all’Eterno, avendo il figlio Ismaele con una serva e non come gli era stato detto da DIO, con sua moglie Sara. Isacco nacque quando Abrahamo si mantenne integro e paziente dinanzi a DIO.
Perciò risvegliamo il nostro spirito stando alla presenza di DIO, aspettando pazientemente quale sia la Sua volontà per noi. Amen.