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Chi fa la differenza

Pubblicato da Liliana Eloini in predicazioni domenicali · 1/6/2014 19:37:25

Chi fa la differenza.
Predicatore past. Rosario Spadaro

2 Samuele 6:6 Quando giunsero all’aia di Nakon, Uzzah stese la mano verso l’arca di DIO e la sostenne, perché i buoi avevano inciampato. 7 Allora l’ira dell’ Eterno si accese contro Uzzah, e là DIO lo colpì per la sua colpa; ed egli morì in quel luogo presso l’arca di DIO. 8 Davide fu grandemente amareggiato, perché l’Eterno aveva aperto una breccia nel popolo, colpendo Uzzah. Così quel luogo fu chiamato Perets-Uzzah fino ad oggi. 9 Davide in quel giorno ebbe paura dell’Eterno e disse:<<Come può venire da me l’arca dell’Eterno?>>. 10 Così Davide non volle trasportare l’arca dell’Eterno presso di sé nella città di Davide, ma la fece trasferire in casa di Obed-Edom di Gath. 11 L’arca dell’Eterno rimase tre mesi in casa di Obed-Edom di Gath, e l’Eterno benedisse Obed-Edom e tutta la sua casa.
Il pastore inizia la meditazione dei versetti, dicendo che l’arca di DIO era molto importante per il popolo d’Israele perché era l’arca del Patto, anche se era fatta di legno e rivestita d’oro. Dentro c’erano le testimonianze della fedeltà di DIO verso gli israeliti, conteneva, infatti, le tavole della legge, un po’ di manna ed il bastone di Mosè. L’arca per il popolo rappresentava DIO e tutti la volevano, anche Davide, ma in seguito alla morte di Uzzah, non si sentì degno e decise di lasciare l’arca in casa di Obed-Edom, affinché la custodisse per tre mesi. Il pastore ci spiega che Uzzah morì perché non aveva alcun diritto di toccare l’arca perché egli era un uomo impuro e non santificato; ciò sta a significare che anche se DIO è per noi cristiani nostro Padre, non dobbiamo dimenticare che Egli è un DIO giusto e santo, e che se ci avviciniamo a Lui, non essendo purificati e santificati, noi moriremo. Nessuno può vedere DIO e continuare a vivere, ma se lo vediamo attraverso la Grazia che è Gesù Cristo, non moriremo ma vivremo. DIO stesso vuole farsi conoscere perché più lo conosceremo e più lo ameremo e ci arrenderemo a Lui, riconoscendo che è il Creatore di tutto; è la perfezione assoluta che diventa imperfetta quando interveniamo noi con le nostre azioni che ci portano ad avere dei problemi. Il timore di Davide deve essere anche il nostro, perché dobbiamo avere la consapevolezza di stare molto attenti al come relazionarsi con DIO, perché dobbiamo comprendere che se ci sentiamo molto carichi e pieni di forze, potremmo cadere nell’errore di voler dare dei consigli a DIO su quello che dovrebbe fare ed il come farlo. Il timore e la riverenza sono necessarie quando ci presentiamo dinanzi a DIO. Il pastore continua affermando che per il popolo di Israele l’arca era come se fosse DIO stesso perché anche se erano consapevoli che non era DIO, sapevano tuttavia che dove c’era l’arca, lì c’era la presenza Sua, ed essi potevano invocarLo ed Egli poteva manifestarsi.
1 Samuele 4:1 La parola di Samuele era rivolta a tutta Israele. Or Israele uscì a combattere contro i Filistei e si accampò presso Eben-Ezer, mentre i Filistei erano accampati presso Afek. 2 Poi i Filistei si schierarono in ordine di battaglia contro Israele; il combattimento divampò e Israele fu sconfitto davanti ai Filistei, che uccisero sul campo di battaglia circa quattromila uomini. 3 Quando il popolo fece ritorno nell’accampamento, gli anziani di Israele dissero:<<Perché l’Eterno ci ha oggi sconfitti davanti ai Filistei? Andiamo a prendere a Sciloh l’arca del patto dell’Eterno, perché venga in mezzo a noi e ci salvi dalle mani dei nostri nemici!>>. 4 Così il popolo mandò a Sciloh a prendere di là l’arca del patto dell’Eterno degli eserciti che siede sopra i cherubini; e i due figli di Eli, Hofni e Finehas, erano là con l’arca del patto di DIO. 5 Quando l’arca del patto dell’Eterno entrò nell’accampamento, tutto Israele esplose in un grido di gioia così forte che la terra stessa tremò. 6 I Filistei, all’udire il fragore di quel grido, dissero:<<Che significa il fragore di questo grande grido nell’accampamento degli Ebrei?>>. Vennero poi a sapere che l’arca dell’Eterno era arrivata nell’accampamento. 7 Così i Filistei ebbero paura, perché dicevano:<<DIO è venuto nell’accampamento>>. Ed esclamarono:<<Guai a noi! Poiché una tale cosa non è mai avvenuta prima.
Dai suddetti versetti comprendiamo che si parla dei tempi del profeta Samuele in cui il popolo d’Israele subì una grande sconfitta per mano dei Filistei. In quel giorno gli israeliti si chiesero il perché della sconfitta e si risposero che DIO, probabilmente, era troppo occupato per interessarsi a loro. Così decisero di andare a prendere l’arca affinché DIO combattesse con loro. Questo significa voler manipolare DIO e provare a costringerlo a fare quello che vogliamo noi. Gli israeliti, ricordando la promessa che DIO aveva fatto a Mosè riguardo all’arca ed al fatto che rappresentava la sicurezza, la potenza, la mano e la gloria di DIO, con molta arroganza, pensarono di usarsene, dimenticando che l’arca era qualcosa di sacro. Spesso è ciò che facciamo anche noi, quando vogliamo coinvolgere DIO nei guai che abbiamo commesso deliberatamente, senza aver chiesto prima a DIO, cosa fare.
1 Samuele 4:8 Guai a noi! Chi ci salverà dalle mani di questi dèi potenti? Questi sono gli dèi che colpirono gli Egiziani con ogni sorta di piaghe nel deserto. 9 Siate forti e comportatevi da uomini, o Filistei, affinché non diventiate schiavi degli Ebrei, come essi sono stati schiavi vostri. Comportatevi da uomini e combattete!>>. 10 Così i Filistei combatterono e Israele fu sconfitto; e ciascuno fuggì alla sua tenda. La strage fu veramente grande; d’ Israele caddero trentamila fanti.
Questo ci fa comprendere che la seconda sconfitta d’Israele fu più grande perché grande fu l’arroganza con la quale agirono nei confronti di DIO, al punto tale che l’arca fu portata via dai Filistei. L’arca rappresentava DIO, ma non era DIO. Era stata fatta da mani d’uomo che avevano seguito le direttive date da DIO per costruirla. L’Eterno attraverso di essa voleva che il popolo potesse realizzare le Sue benedizioni facendo ciò che Lui diceva loro di fare e stare alla Sua presenza. Il pastore ci fa notare come ci sia una sostanziale differenza tra il comportamento di Uzzah e gli israeliti, ed il comportamento di Obed- Edom. I primi agirono con arroganza, l’altro con l’attitudine giusta di aver timore e riverenza nel relazionarsi con l’Eterno. Obed-Edom fu grandemente benedetto insieme a tutta la sua famiglia e questo portò un cambiamento totale del loro stile di vita, che li portò a parlare in verità, agire in giustizia, a pregare ed ad invocare di più DIO. Anche noi possiamo ricevere grandi benedizioni se ci sentiamo onorati del fatto che DIO ci ha donato il suo Santo Spirito e ci ha dato il privilegio di averlo sempre dentro di noi. Infatti, non a caso sta scritto in:
1 Corinzi 3:16 Non sapete voi che siete il tempio di DIO e che lo Spirito di DIO abita in voi?
Ciò significa che noi siamo l’arca e che DIO è dentro di noi. Se l’arca è consacrata, sono guai per chi la tocca; a questo punto, ci dice il pastore, è necessario che prendiamo consapevolezza di due cose importanti:
Noi siamo la cosa più importante agli occhi di DIO ed Egli scruta il nostro essere interiore ma guarda anche quello esteriore, perché il nostro corpo è l’arca cioè il tempio di DIO. E’ Lui che ci ha creati. Siamo il contenitore dello Spirito Santo  perciò manteniamoci in santità e purezza, affinché siamo protetti ed illuminati spiritualmente.
Dobbiamo stare attenti a ciò che diciamo. Guai a chi parla male di un fratello o di una sorella perché diventa come Uzzah che toccò l’arca senza averne il diritto. Gesù stesso un giorno disse che chiunque dice "raca" cioè "pazzo" ad un suo fratello, sarà sottoposto a giudizio. Ecco perché non dobbiamo dare dei giudizi ma soltanto fare delle valutazioni del comportamento degli altri per riportali su noi stessi ed usarcene per imparare ciò che non dobbiamo più essere. Questo vuol dire fare una valutazione di se stessi, senza giudicare gli altri, perché non dimentichiamoci che tutti hanno la possibilità di cambiare. Stiamo, quindi, attenti a dove portiamo la nostra arca e a che cosa DIO ci dice di fare, prima di agire. Evitiamo di mettere DIO dinanzi al fatto compiuto, e se ciò fosse avviene, non cerchiamo il suo aiuto con arroganza ma con umiltà, chiedendo perdono senza auto giustificazione e senza scaricare le nostre colpe sugli altri, magari evidenziando il loro comportamento. Ricordiamoci che chi tocca qualcosa che non deve toccare, muore.
Analizziamo ora:
2 Samuele 5:22 In seguito i Filistei salirono di nuovo e si sparpagliarono nella valle dei Refaim. 23 Quando Davide consultò l’Eterno, egli disse:<<Non salire; aggirali alle spalle, piomba su di loro di fronte ai balsami. 24 Quando udrai un rumore di passi sulle cime dei balsami, lanciati subito all’attacco, perché allora l’Eterno uscirà davanti a te per sconfiggere l’esercito dei Filistei>>. 25 Davide fece esattamente come l’Eterno gli aveva comandato e sconfisse i Filistei da Ghebar fino a Ghezer.
Qui leggiamo che Davide consulta l’Eterno ed ottiene da Lui la strategia da seguire. Questo ci insegna che la potenza di DIO si manifesta su di noi solo quando impariamo l’ubbidienza in tutto e per tutto. Questo fa la differenza: il saper aspettare le indicazioni di DIO, senza agire di testa nostra. E’ chiaro che possiamo commettere degli errori perché siamo esseri imperfetti, ma l’importante è non perseverare nello stesso errore e chiedere a DIO con umiltà, la via d’uscita dal pasticcio che abbiamo combinato, riconoscendo l’errore ed essendo disposti a cambiare, rimanendo fermi ad aspettare la risposta da parte di DIO.
Isaia 1:19 Se siete disposti ad ubbidire, mangerete le cose migliori del paese;
E’ DIO che ci dice questo. Perciò ubbidiamo ed aspettiamo, analizzando il nostro comportamento, andando a DIO per chiedergli il Suo aiuto in cosa dobbiamo cambiare, purificando la nostra lingua e permettendo a DIO di operare, frenando l’entusiasmo della carne ed aspettando conferma nello spirito.
Esodo 33:15 Mosè allora gli disse:<<Se la tua presenza non viene con me, non farci partire da qui. 16 Come si potrà ora conoscere che io ed il tuo popolo abbiamo trovato grazia ai tuoi occhi? Non è forse perché tu vieni con noi?Così noi saremo distinti, io e il tuo popolo, da tutti i popoli che sono sulla faccia della terra>>.
Mosè apprezzava moltissimo la presenza di DIO e voleva che fosse Lui a guidarlo, a proteggerlo ed a sostenerlo in ogni cosa che doveva fare. Se c’è la presenza di DIO nella nostra vita, siamo riconoscibili dinanzi agli altri e siamo in pace con loro e con noi stessi. Così daremo la gloria a DIO per i successi ottenuti e non ci prenderemo alcun merito, non faremo il culto a noi stessi e non esalteremo il nostro "Io".
Anche Abrahamo dovette comprendere ed imparare ad aspettare i tempi di DIO, perché fin quando non comprese ciò, non fece altro che combinare guai e ritardare l’opera di DIO; come quando ebbe la pretesa di dare una mano all’Eterno, avendo il figlio Ismaele con una serva e non come gli era stato detto da DIO, con sua moglie Sara. Isacco nacque quando Abrahamo si mantenne integro e paziente dinanzi a DIO.
Perciò risvegliamo il nostro spirito stando alla presenza di DIO, aspettando pazientemente quale sia la Sua volontà per noi. Amen.