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Il frutto, l'argilla, l'aratro ...

Pubblicato da Liliana Eloini in predicazioni domenicali · 11/1/2015 15:57:18

Pred. Pastore Rosario Spadaro
Gv 15:5 Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla. Gv 12:24 In verità, in verità vi dico: Se il granel di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto.

Questi due versetti sono legati fra loro perché il portare frutto dipende proprio dalla morte del seme. Gesù qui sta parlando di se stesso e della necessità della Sua morte in croce che produce salvezza eterna per coloro che credono in Lui ed un cambiamento nell’umanità intera. La morte che ci riguarda, quando si parla del seme è anche la nostra morte, non intesa in senso fisico o spirituale, ma la morte al nostro vecchio modo di agire, pensare, parlare, che deve permettere al nostro uomo nuovo di vivere dopo aver conosciuto Gesù.
Il portare frutto è fare la volontà di DIO e dimorare nel Signore Gesù. E’ Gesù colui che ci nutre perché Lui è il tronco che dà nutrimento ai tralci che siamo noi, è la Sua parola che ci fa pensare, parlare ed agire come Lui. Siamo membri di un unico corpo, siamo le cellule che compongono ogni membro del corpo. Se restiamo uniti al corpo e quindi a Gesù non ci accadrà di non sentire la voce di DIO. Questo accade quando vogliamo fare di testa nostra, vogliamo farcela da soli e non coinvolgiamo DIO nelle nostra vita. L’Eterno ci conosce bene e se non ci parla è perché sa che non siamo pronti ad ascoltarlo, conosce i nostri cuori e conosce il futuro ma sa anche come raggiungerci, magari usando dei modi che ci sconvolgono, come fece con Saulo di Tarso che perseguitava Gesù pensando di rendere un servizio a DIO. Fu reso cieco sulla via di Damasco per tre giorni, questa condizione fu usata da DIO per parlargli e cambiare radicalmente la sua vita.
Nel naturale, dentro il seme c’è il germe che è una pianta piccolissima, che viene fuori quando l’involucro esterno del seme si disfa quando è messo sottoterra, mette radici e fa affiorare sopra la terra la pianta. Allo stesso modo è la Parola di DIO quando agisce dentro di noi, quando noi moriamo a noi stessi e permettiamo allo Spirito Santo di farci nascere a nuova vita.
Il cambiamento si vede quando nel nostro comportamento agiamo secondo le Scritture che ci dicono di dare per ricevere, di perdonare dimenticando completamente le offese ricevute e di continuare ad amare, così come fa DIO con noi quando perdona i nostri peccati di ogni giorno. Il cambiamento ci ha rinunciando ai nostri vizi ed alle nostre debolezze. Questo potrà avvenire se cerchiamo la luce di Cristo stando in comunione con Lui ogni giorno.
Simbolicamente possiamo paragonare il nostro cambiamento ad una patata lessa che dopo essere pelata, viene passata allo schiaccia patate e diventa una purea, non avendo così più il suo aspetto originario.
Geremia 18:1 La parola che fu rivolta a Geremia dall’Eterno,dicendo: 2<<Alzati e scendi alla casa del vasaio, e là ti farò udire le mie parole>>. 3 Allora io scesi alla casa del vasaio, ed ecco, egli stava facendo un lavoro alla ruota. 4 ma il vaso che stava facendo con l’argilla si guastò nelle mani del vasaio. Così egli ne fece da capo un altro vaso, come parve bene al vasaio di fare. 5 Allora la parola dell’Eterno mi fu rivolta, dicendo: 6<<O casa d’Israele, non posso io fare con voi come ha fatto questo vasaio?>>, dice l’Eterno. <<Ecco, come l’argilla è nelle mani del vasaio, così siete voi nelle mie mani, o casa d’ Israele!
Nella su citata Scrittura, la storia del vasaio è la storia della nostra umanità, così come se ne parla in Genesi, in cui sta scritto che DIO ha plasmato l’uomo dalla terra e lo ha formato a Sua immagine e somiglianza, dandogli anche la Sua conoscenza. Ma il serpente-satana ha fatto rompere questa armonia che c’era fra l’uomo e DIO attraverso la caduta nel peccato, ovvero similmente ha fatto rompere il vaso. DIO, però, non ci lascia come vasi rotti, anche se siamo caduti nel peccato, ma ci ricostruisce se ci affidiamo alle Sue mani ed alla cura di Cristo Gesù. Anche se questo produrrà del dolore per fare avvenire il nostro cambiamento, DIO ci darà la forza per sopportarlo, guarendoci interiormente e rendendolo visibile anche esteriormente.
Luca 9:57 Or avvenne che, mentre camminavano per la via, qualcuno gli disse:<<Signore,io ti seguirò dovunque andrai>>. 58 Ma Gesù gli disse:<<Le volpi hanno le tane e gli uccelli del cielo dei nidi; ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo>>. 59 Poi disse ad un altro:<<Seguimi!>>. Ma quello rispose:<<Signore permettimi prima di andare a seppellire mio padre>>. 60 Ma Gesù gli disse:<<Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va ad annunziare il regno di DIO>>. 61 Ancora un altro gli disse:<<Signore io ti seguirò, ma permettimi prima di congedarmi da quelli di casa mia>>. 62 Ma Gesù gli disse:<<Nessuno che ha messo la sua mano all’aratro e poi guarda indietro, è adatto per il regno di DIO>>.
In questi versetti ci sono evidenziate varie tipologie di persone. La prima persona che diceva di voler seguire Gesù dovunque andasse, in realtà non voleva stare con Gesù ma cercava qualcosa che Lui poteva dargli su questa terra. La successiva persona voleva seguire Gesù ma prima voleva mettere apposto le sue cose ed essere libero da vincoli familiari. Infine la terza persona che aveva dichiarato di voler seguire Gesù, voleva farlo ma senza non prima aver ricevuto la benedizione dei suoi parenti. Gesù ci fa comprendere che con questi atteggiamenti non LO si può seguire.
Seguire Gesù significa non guardare indietro avendo nostalgia della vecchia vita ma guardare avanti seguendo la via che Gesù ha tracciato per ognuno di noi, mettendo mano all’aratro per bonificare il nostro cuore indurito. Non comportiamoci come fece la moglie di Lot che si voltò indietro e divenne una statua di sale ma siamo perseveranti nel seguire Gesù, qualunque cosa accada, perché solo così porteremo frutto nella nostra vita spirituale e nel regno di DIO. Amen.