Oggi celebriamo la Pasqua che per il popolo ebraico rappresentava l’uscita dall’Egitto e la fine della loro schiavitù. Essi sacrificavano l’agnello che doveva essere un animale senza alcun difetto e che per noi rappresenta il sacrificio di Gesù in croce per rendere libero dalla schiavitù del peccato chiunque lo riconosce e lo accetta nel cuore come Signore e Salvatore.
Il Signore ci ha ordinato che la santa cena va celebrata per non dimenticare; è un memoriale che ci fa rivivere l’emozione del momento in cui Gesù celebrò la santa cena insieme con i Suoi dodici apostoli.
Possiamo affermare che si tratta di un vero e proprio comando; ordine dato da Gesù ai suoi discepoli ed anche a noi, come scritto in:
LUCA 22:19 Poi, preso il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20 Così pure, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è sparso per voi.
E questo veniva fatto dagli apostoli dopo la morte di Gesù, come leggiamo in:
ATTI 2:46 E perseveravano con una sola mente tutti i giorni nel tempio e rompendo il pane di casa in casa, prendevano il cibo insieme con gioia e semplicità di cuore,
Il pane pur essendo fatto di farina, rappresenta il corpo di Gesù.
1 CORINZI 10:16 il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse partecipazione con il sangue di Cristo? Il pane, che noi rompiamo, non è forse partecipazione con il corpo di Cristo?
1 CORINZI 10:21 Voi non potete bere il calice del Signore e il calice dei démoni; voi non
potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei démoni.
Un corpo è fatto di carne e di sangue, questo rappresentano il pane ed il vino della cena del Signore.
Al versetto 21 è specificato che non si può camminare in santità quando si è in chiesa e poi vivere secondo le regole del mondo; ecco cosa significa partecipare alla mensa del Signore e poi a quella dei demoni.
Il pane usato per la santa cena è un pane azzimo, cioè senza lievito ovvero senza peccato; le bruciature di cottura del pane, rappresentano il corpo martoriato di Gesù con il gatto a nove code che aveva alla base pezzi di vetro che dilaniavano la carne al punto che alcuni pezzi restavano attaccati. A Gesù furono inferti ben trentanove colpi, che simboleggiano i trentanove ceppi delle malattie fisiche e proprio per questo è possibile affermare che per le Sue lividure noi siamo stati guariti, come sta scritto nella Parola di DIO.
Il calice usato nella celebrazione della santa cena rappresenta la redenzione provvedutaci da Gesù e che ci ha fatto entrare nelle benedizioni di DIO.
Per gli Ebrei, il sangue degli animali offerti in sacrificio e che veniva sparso sugli stipiti e sull’architrave delle case di ogni famiglia, serviva per ricevere la protezione dell’Eterno.
Mentre il sangue sparso da Gesù, una volta e per sempre, purifica tutti coloro che lo applicano dopo aver accolto Cristo nel loro cuore e lo hanno reso Signore poiché hanno ceduto a Lui il controllo della loro vita in totale ubbidienza.
Il pane, quindi, indica la nostra partecipazione al corpo di Cristo che è il nostro capo.
Considerato che Gesù è il nostro capo e che in Lui non vi è mai stata alcuna malattia, se noi siamo malati dobbiamo discernere il corpo del Signore e pregare di avere la rivelazione che la malattia non ci appartiene e dobbiamo dichiarare di essere guariti proprio per le lividure di Cristo, nostro Signore.
Se siamo parte del Corpo di Cristo insieme agli altri fratelli e sorelle, dobbiamo anche rispettarli, anche se non la pensano come noi od agiscono in modo diverso.
Il nostro corpo deve essere usato per la gloria di DIO, ecco perché ce ne dobbiamo prendere cura.
1 CORINZI 11:23 Poiché io ho ricevuto dal Signore ciò che vi ho anche trasmesso: che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane 24 e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Prendete, mangiate; questo è il mio corpo che è spezzato per voi; fate questo in memoria di me». 25 Parimenti, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete in memoria di me». 26 Poiché ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finché egli venga. 27 Perciò chiunque mangia di questo pane o beve del calice del Signore indegnamente, sarà colpevole del corpo e del sangue del Signore. 28 Ora ognuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva del calice, 29 poiché chi ne mangia e beve indegnamente, mangia e beve un giudizio contro se stesso, non discernendo il corpo del Signore. 30 Per questa ragione fra voi vi sono molti infermi e malati, e molti muoiono. 31 Perché se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati. 32 Ma quando siamo giudicati, siamo corretti dal Signore, affinché non siamo condannati col mondo.
Al versetto 26 c’è uno sguardo al passato, a quello che Gesù ha fatto più di duemila anni fa; ecco perché nel presente guardiamo al passato, poiché non ci troviamo ancora nel futuro quando Gesù ritornerà.
Gesù sta per tornare e questo lo annunziamo ogni qual volta celebriamo la mensa del Signore. Stiamo attenti al termine “indegnamente” poiché esso significa che non dobbiamo vivere nel peccato, nella bugia o nella finzione, ma credere in quello che Gesù ha fatto per noi e santificarci.
Essere degni significa aver preso la decisione di applicare la Parola di DIO nella nostra vita e così riceveremo le benedizioni dello Spirito Santo.
E’ DIO che ha avuto pietà di noi e dobbiamo essere noi consapevoli di aver bisogno della Sua misericordia, del Suo perdono, della Sua comprensione, così ci accosteremo in modo degno alla Santa Cena.
Nei versetti a seguire siamo esortati ad esaminarci per non permettere al diavolo di entrare nella nostra vita; esaminiamoci chiedendo perdono al Signore e per rimediare agli errori commessi con il Suo aiuto, chiedendogli di rialzarci e di camminare in verità e non più nella bugia. Questo ci serve per prepararci alle nozze con Gesù, per essere purificati ed unti. Ognuno di noi deve trasmettere il profumo di DIO alle persone che incontra e mostrare che veramente Gesù regna nella nostra vita; non dobbiamo trasmettere odore di morte come le persone che hanno rifiutato il Salvatore nel loro cuore. Esaminiamoci, confrontandoci con Gesù per camminare come Egli camminò.
GIOVANNI 3:16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.
La vita eterna inizia su questa terra quando facciamo quello che piace a DIO e non quello che piace a noi; questo produce delle conseguenze che leggiamo in:
ROMANI 6:23 Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore.
Il ritorno di Gesù è un fatto certo perché Lui farà quello che ha detto e quello che ha anche detto l’Angelo quando Gesù salì in cielo. Sapere che Gesù sta tornando, deve renderci allegri e perseveranti nel camminare con DIO poiché la gioia non deve dipendere dalle circostanze ma dall’essere parte della chiesa di Cristo.
1 PIETRO 1:13 Perciò, avendo cinti i lombi della vostra mente, siate vigilanti, e riponete piena speranza nella grazia che vi sarà conferita nella rivelazione di Gesù Cristo.
“Avendo cinti i lombi …” ovvero essere consapevoli e vigilanti con le promesse di DIO che devono essere fatte nostre e confessate ogni giorno, per essere pronti sempre, senza farci distrarre da nulla e chiedere a DIO di rivelarci la Sua Grazia ovvero Gesù Cristo e farci vedere tutto quello che Lui ha fatto sulla croce per noi.
GIOVANNI 8:14 Gesù rispose e disse loro: «Anche se testimonio di me stesso, la mia testimonianza è verace, perché so da dove sono venuto e dove vado; voi invece, non sapete né da dove vengo, né dove vado.
Gesù sapeva da dove veniva e dove andava, ma noi sappiamo dove siamo e dove andremo, perché ci andremo per grazia, infatti ciò è un dono e non un merito od una ricompensa. Solo se crediamo in Gesù riceveremo il dono della vita eterna e non per il fatto di essere più bravi degli altri.
EFESINI 2:12 eravate in quel tempo senza Cristo, estranei dalla cittadinanza d'Israele e estranei ai patti della promessa, non avendo speranza ed essendo senza Dio nel mondo.
Chi è senza speranza è disperato e depresso, ma chi confida nel Signore anche nelle situazioni avverse, ravviva la sua speranza.
1 TESSALONICESI 4:13 Ora, fratelli, non vogliamo che siate nell'ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate contristati come gli altri che non hanno speranza.
Chi è morto fisicamente, resta vivo nello spirito poiché solo il corpo fisico ritorna ad essere polvere.
ROMANI 5:2 per mezzo del quale abbiamo anche avuto, mediante la fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo saldi e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. 3 E non soltanto questo, ma ci vantiamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce perseveranza, 4 la perseveranza esperienza e l'esperienza speranza. 5 Or la speranza non confonde, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.
La speranza viene dalla perseveranza ringraziando il Signore che ci aiuterà a superare ogni afflizione e così sperimenteremo la bontà di DIO, che produrrà in noi la gioia e la speranza in Cristo, così saremo sempre imbattibili e più che vincitori.
EFESINI 1:18 e illumini gli occhi della vostra mente, affinché sappiate qual è la speranza della sua vocazione e quali sono le ricchezze della gloria della sua eredità tra i santi,
Per questo abbiamo bisogno della rivelazione da parte dello Spirito Santo che ci aiuta a comprendere la gloria.
ROMANI 2:12 Infatti tutti quelli che hanno peccato senza la legge, periranno pure senza la legge; e tutti quelli che hanno peccato sotto la legge, saranno giudicati secondo la legge,
Questo riassume tutto ciò che abbiamo letto e meditato fino ad ora.
ROMANI 15:13 Ora il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nel credere, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo.
Amen.