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Che sia trovato fedele

Pubblicato da Liliana Eloini in predicazioni domenicali · 26/1/2014 18:46:17

1 Corinzi 4:2 Ma del resto degli amministratori si richiede che ciascuno sia trovato fedele.

Matteo 25:14
<<Inoltre il regno dei cieli è simile a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e affidò loro i suoi beni. 15 A uno diede cinque talenti, a un altro due e a un altro uno, a ciascuno secondo la sua capacità; e subito partì. 16 Ora colui che ha ricevuto i cinque talenti andò e trafficò con essi, e ne guadagnò altri cinque. 17 Similmente anche quello dei due ne guadagnò altri due. 18 Ma colui che ne aveva ricevuto uno, andò, fece una buca in terra e nascose il denaro del suo signore. 19 Ora, dopo molto tempo, il signore di quei servi ritornò e fece i conti con loro. 20 E colui che aveva ricevuto i cinque talenti, si fece avanti e ne presentò altri cinque, dicendo:”Signore, tu mi affidasti cinque talenti; ecco, con quelli ne ho guadagnati altri cinque”. 21 E il suo signore gli disse:”Bene, servo buono e fedele; tu sei stato fedele in poca cosa; io ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo signore”. 22 Poi venne anche colui che aveva ricevuto i due talenti e disse:”Signore, tu mi affidasti due talenti; ecco, con quelli ne ho guadagnati altri due”. 23 Il suo signore gli disse:”Bene, servo buono e fedele; tu sei stato fedele in poca cosa; io ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del signore”. 24 Infine venne anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse:”Signore, io sapevo bene che tu sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato  e raccogli dove non hai sparso; 25 perciò ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra; ecco te lo restituisco”. 26 E il suo signore, rispondendo gli disse:<<Servo malvagio e indolente, tu sapevi che io mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; 27 tu avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, al mio ritorno, avrei riscosso il mio con l’ interesse. 28 Toglieteli dunque il talento e datelo a colui che ha i dieci talenti. 29 Poiché a chiunque ha, sarà dato e sovrabbonderà, ma a chi non ha gli sarà tolto anche quello che ha. 30 E gettate questo servo inutile nelle tenebre di fuori. Là sarà pianto e stridor di denti”>>.

Il pastore inizia la meditazione affermando che tutti noi siamo amministratori del regno di DIO e come tali dobbiamo essere dei servi fedeli. La fedeltà è una virtù di DIO e per essa si intende, mantenere fede alle promesse fatte. DIO vuole che siamo fedeli a lui ogni giorno, per assomigliare sempre di più al carattere di Gesù. Noi apparteniamo a Gesù e questo si deve vedere spiritualmente, perché fedele è chi cammina per fede, che parla con DIO e lo coinvolge in ogni cosa che fa, chiedendosi se ciò che fa sia a Lui gradito e se porta a Lui gloria o se invece, scandalizza gli altri, magari predicando la Parola di DIO ma agendo in contrasto con essa.
Il termine amministratori, ci spiega il pastore, non indica soltanto coloro che hanno ricevuto i doni dello Spirito, cioè i talenti, ma anche coloro che hanno la predisposizione verso qualcosa, come ad esempio, la musica, la manualità per fare delle cose, la capacità spiccata di comunicare con gli altri, o di insegnare agli altri, etc. I talenti sono dati da DIO perché vuole che li usiamo per essere di benedizione per gli altri, oltre che per noi stessi, perciò dobbiamo amministrarli con saggezza, perché appartengono a DIO, tutto, infatti, è suo. Il pastore paragona i talenti all’ acqua che scorrendo in un canale lo bagna prima di sfociare altrove. Chi non usa i  talenti ricevuti ma li nasconde, non sarà di benedizione né per se stesso né per gli altri, e di questo dovrà renderne conto a DIO; inoltre anche se avrà ricevuto la salvezza, che viene data gratuitamente, non potrà ricevere il premio che l’Eterno ha preparato per ognuno dei suoi figli quando sarà alla sua presenza. Infatti, nella parabola sta scritto che chi sarà fedele nel poco, sarà ricompensato da DIO con molto. Il premio lo riceve colui che corre la gara e giunge alla meta, trafficando i talenti ricevuti, senza competere con i fratelli né cercando di primeggiare su di loro, ma pregando affinché il Signore possa dargli la sapienza necessaria per essere di benedizione agli altri nel portare la Parola di DIO.
L’ indolente è colui che è pigro, che non vuole seminare né vuole affidare agli altri il talento ricevuto per farlo fruttare. È colui che non ha voluto ricevere la Parola di DIO, né accostarsi a Lui in preghiera per essere trasformato ad immagine di Cristo e divenire misericordioso e compassionevole verso gli altri. Indolente è anche colui, che dopo aver conosciuto DIO, decide di allontanarsene perché non vuole rinunciare a fare delle cose che sa non essere gradite a Lui.
Geremia 29:11
Poiché io conosco i pensieri che ho in mente per voi>>, dice l’ Eterno, <<pensieri di pace e non di male, per darvi un futuro e una speranza.
Poiché DIO ha per noi pensieri di pace e non di male, quando noi lavoriamo per il suo regno senza entusiasmo né gioia, non si compiace; al contrario quando lavoriamo con gioia, Egli ci premia e si compiace. Perciò esaminiamoci a fondo e scopriamo se siamo buoni amministratori oppure se abbiamo qualche problema che ci blocca nel trafficare i talenti che ci sono stati affidati.
Efesini 5:14
Perciò dice: Risvegliati, o tu che dormi, risorgi dai morti, e Cristo risplenderà su di te>>.
È necessario chiedere a DIO che ci faccia avere un risveglio personale nello spirito, affinché gli altri possano vedere attraverso le nostre opere, la fede che abbiamo in DIO. Ma se non c’è risveglio non trafficheremo i talenti e, di conseguenza, non avremo opere da mostrare ed il nostro destino sarà, come sta scritto in Matteo 25:30, un destino di pianto e stridor di denti, all’ inferno. Chi dorme, non vive, perché è come se fosse morto. Riposare è necessario per l’uomo, ma non lo è se si riposa per troppo tempo.
2 Cronache 7:14 se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome, si umilia, prega, cerca la mia faccia e torna indietro dalle sue vie malvagie, io ascolterò dal cielo, perdonerò il suo peccato e guarirò il suo paese.

Il versetto inizia con se ovvero tutto dipende da noi, perché il risveglio personale dobbiamo volerlo, in quanto se decidiamo e diciamo sì, impegnandoci nel nostro cuore a vivere una vita piena di grazia che deriva dallo stare alla presenza di DIO in preghiera, allora avremo il risveglio spirituale che porterà ristoro nell’ anima e gioia nel cuore, producendo in noi un modo diverso di amare gli altri, con sincerità e senza ipocrisia.




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