GENESI 4:1 Or Adamo conobbe Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino, e disse: «Ho acquistato un uomo, dall'Eterno».
GENESI 4:17 E Caino conobbe sua moglie, ed ella concepì e partorì Enok. Poi Caino costruì una città, a cui diede nome Enok, dal nome di suo figlio.
“Adamo conobbe Eva” è da intendersi che ebbe intimità con lei; lo stesso avvenne per Caino che conobbe sua moglie.
Quando, invece, si parla di avere intimità con DIO, si intende conoscere sempre più la Sua natura, avere intimità spirituale, dalla quale può sicuramente nascere qualcosa di buono per noi.
1 RE 1:4 La fanciulla era bellissima, si prendeva cura del re e lo serviva; ma il re non la conobbe.
Re Davide era ormai vecchio e non aveva le forze per avere intimità con la fanciulla.
MATTEO 1:25 ma egli non la conobbe, finché ella ebbe partorito il suo figlio primogenito, al quale pose nome Gesù.
Qui si sta parlando di Maria che non ebbe intimità con Giuseppe, fin quando non nacque Gesù.
GIOVANNI 10:14 Io sono il buon pastore, e conosco le mie pecore e le mie conoscono me,
GIOVANNI 10:27 Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono;
Qui, nuovamente si parla di intimità spirituale, conoscenza spirituale.
Le pecore/persone, con cui Gesù aveva intimità spirituale erano persone mature spiritualmente che avevano trascorso del tempo, e frequentato il Signore, per conoscerlo sempre più in profondità.
Le pecore non sono le persone che frequentano una chiesa, né coloro che leggono la Bibbia, né coloro che la studiano, bensì coloro che hanno scelto Gesù come Signore e Salvatore della loro vita, sottomettendosi volontariamente a Lui e scegliendo di ubbidire alla Sua Parola.
Più conosciamo il Signore, più facilità avremo a comprenderla, anche se a volte ci verrà difficile metterla in pratica.
APOCALISSE 2:9 Io conosco le tue opere, la tua tribolazione, la tua povertà (tuttavia tu sei ricco) e la calunnia di coloro che si dicono Giudei e non lo sono, ma sono una sinagoga di Satana.
Il termine “conoscere”, sta per conoscere le motivazioni, il grado di ubbidienza, la capacità di arrenderci per fare quello che DIO ci dice, senza discutere o cercare auto giustificazioni per non farlo. Spesso questo succede quando non vorremmo perdonare coloro che ci hanno offeso o fatto del male.
DIO ha perdonato tutti i nostri peccati, passati, presenti e futuri; lo ha fatto non solo per portarci in cielo ma anche per essere noi a posto con la nostra coscienza e per andare alla Sua presenza mentre ancora viviamo sulla terra, avvicinandoci per conoscerlo sempre di più e per diventare sempre più puri e santi.
Infatti, dinanzi a DIO non possiamo presentarci impuri, Lui è Santo e vuole farci conoscere il Suo cuore, il Suo Amore, che è puro. Perciò, dobbiamo liberarci da tutto quello che ci rende impuri e ci impedisce di stare alla Sua presenza.
1 GIOVANNI 2:1 Figlioletti miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate; e se pure qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. 2 Egli è l'espiazione per i nostri peccati; e non solo per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. 3 E da questo sappiamo che l'abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. 4 Chi dice: «Io l'ho conosciuto», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui. 5 Ma chi osserva la sua parola, l'amore di Dio in lui è perfetto. Da questo conosciamo che siamo in lui. 6 Chi dice di dimorare in lui, deve camminare anch'egli come camminò lui.
Giovanni era il discepolo a cui piaceva stare poggiato al petto di Gesù e fu l’unico dei discepoli che conobbe al meglio il cuore di DIO, percependo nello spirito il Suo Amore.
Il versetto 1 ci incoraggia a non peccare ma ci dice anche che, qualora ci accade di farlo, possiamo rialzarci, abbandonare quel peccato, riconoscendo di averlo commesso, e chiedere perdono a DIO. Così quel peccato verrà cancellato perché Gesù ne ha già pagato il prezzo sulla croce.
Ecco, perché, se conosciamo Gesù sempre più intimamente, ameremo anche gli altri e saremo nella condizione di non peccare.
Non peccare significa anche non smettere di amare; se perdiamo l’Amore, entrerà l’odio dentro di noi. Dovremmo vigilare nelle relazioni con gli altri, poiché le delusioni non mancheranno. Saremo provati da DIO in questo, per essere forgiati affinché somiglieremo sempre più a Gesù Cristo.
1 CORINZI 13:4 L'amore è paziente, è benigno; l'amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia, 5 non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non sospetta il male; 6 non si rallegra dell'ingiustizia, ma gioisce con la verità, 7 tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.
L’amore sopporta ogni cosa ed è paziente. Noi non sopportiamo ancora tutto ma è necessario giungere a questo. Prendiamo ad esempio, il comportamento di un genitore verso i propri figli; egli non chiude mai la porta ad essi, anche quando hanno scelto di allontanarsi da lui. La parabola del figliol prodigo ci insegna e ci fa riflettere su quale direzione stiamo andando, se perdonare o se chiudere la porta.
Spesso inneschiamo il meccanismo di auto protezione che DIO stesso ci ha dato per difenderci, ma dovremmo stare attenti a quanto tempo dura questa auto protezione, perché, se passa troppo tempo, rischiamo di smettere di amare; questo produrrebbe peccato e separazione da DIO e non più comunione con Lui.
Smettere di amare ci fa diventare fragili, vulnerabili; il cuore si indurisce e si spezza.
Gesù ha sempre bloccato la sua auto protezione, anche quando scoprì che Giuda lo avrebbe tradito.
MATTEO 26:48 Or colui che lo tradiva aveva dato loro un segnale, dicendo: «Quello che io bacerò, è lui; prendetelo». 49 E in quell'istante, accostatosi a Gesù, gli disse: «Salve, Maestro!». E lo baciò caldamente. 50 E Gesù gli disse: «Amico, cosa sei venuto a fare?». Allora essi, accostatisi a Gesù, gli posero le mani addosso e lo presero.
Nel versetto 50, Gesù reagì chiamando amico Giuda per indurlo al pentimento, ma lui non lo fece, mentre Pietro, dopo aver rinnegato pesantemente e per ben tre volte Gesù, riconobbe di aver peccato e si pentì.
1 GIOVANNI 3:1 Vedete quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio. La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui. 2 Carissimi, ora siamo figli di Dio, ma non è ancora stato manifestato ciò che saremo; sappiamo però che quando egli sarà manifestato, saremo simili a lui, perché lo vedremo come egli è. 3 E chiunque ha questa speranza in lui, purifichi se stesso, come egli è puro.
“PURIFICHI SE STESSO” possiamo farlo perché l’essere puri dipende da ognuno di noi. Il vestito di purezza ha la taglia di Gesù e per poterlo indossare dobbiamo perdere l’orgoglio e noi stessi, perché questo ci impedisce di conoscere Cristo.
1 PIETRO 2:9 Ma voi siete una stirpe eletta, un regale sacerdozio, una gente santa, un popolo acquistato per Dio, affinché proclamiate le meraviglie di colui che vi ha chiamato dalle tenebre alla sua mirabile luce;
Noi siamo gente santa, re e sacerdoti, stirpe eletta per proclamare quello che è Gesù. Questo non lo potremo fare se non bruceremo tutto il grasso del nostro orgoglio.
GIOVANNI 15:5 Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla. 6 Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio e si secca; poi questi tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e sono bruciati. 7 Se dimorate in me e le mie parole dimorano in voi, domandate quel che volete e vi sarà fatto. 8 In questo è glorificato il Padre mio, che portiate molto frutto, e così sarete miei discepoli
DIMORARE ovvero essere vicini ma, per esserlo, dobbiamo camminare e vivere in amore. Se la Parola è attecchita nel nostro cuore, siamo tralci attaccati alla vite, così porteremo frutto cioè conosceremo sempre più Gesù e vivremo nell’amore.
Il perdono scioglie noi stessi perché riacquistiamo la capacità di amare e ci fa uscire dall’auto protezione che ci porterebbe all’odio.
APOCALISSE 3:20 Ecco, io sto alla porta e busso; se qualcuno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui, e cenerò con lui ed egli con me.
La condizione per cenare è avere intimità nello spirito con Gesù; è udire la Sua voce ed aprire la porta a Lui. Siamo chiamati ad amare, a rispettare anche chi sbaglia perché non siamo chiamati a giudicare.
MATTEO 25:10 Ora, mentre quelle andavano a comprarne, arrivò lo sposo; le vergini che erano pronte entrarono con lui per le nozze; e la porta fu chiusa. 11 Più tardi giunsero anche le altre vergini, dicendo: "Signore, signore, aprici". 12 Ma egli, rispondendo, disse: "In verità vi dico che non vi conosco".
LUCA 17:34 Io vi dico: In quella notte due saranno in un letto; l'uno sarà preso e l'altro lasciato.
LUCA 17:36 Due uomini saranno nei campi; l'uno sarà preso e l'altro lasciato».
Non saremo conosciuti perché molti saranno convinti di essere nel giusto, pur non avendo rilasciato perdono.
I versetti di Luca ci portano a riflettere ed a porci la domanda se saremo presi o lasciati, quando Gesù verrà a rapirci. Non diamo per scontato di essere pronti ma, piuttosto, esaminiamoci e purifichiamo il nostro spirito per poter indossare la veste di Cristo. Amen.