CHIESA  CRISTIANA "PAROLA DELLA GRAZIA" ISPICA 

 

 

 

                                                                                                                                                                                   

1Cor.11:30 Per questa ragione fra voi vi sono molti infermi e malati, e molti muoiono. 31 Perchè se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati. 32 Ma quando siamo giudicati, siamo corretti dal Signore, affinchè non siamo condannati col mondo.

 

Non possiamo restare  nell’offesa e nel dolore, dobbiamo seppellire queste cose e non piangere più ma esaminare noi stessi per separarci dalle cose negative che ci fanno fare cose stupide. Questo porterà gioia dentro di noi e renderà la nostra fede operativa.

Quando ci rechiamo in chiesa dobbiamo avere sempre aspettativa e non arrivare a malincuore o per inerzia. Questo può accadere quando andiamo dietro alle cose mondane che sono effimere e passeggere. Potremmo quindi, a causa di questo, comportarci da ipocriti rivestendoci da cristiani ma non avendo in noi la potenza di Cristo perché non siamo stati alla sua presenza.

Non restiamo nell’ipocrisia ma andiamo a DIO e non cerchiamo il colpevole che ci ha resi ipocriti fra coloro che ci stanno intorno. Prendiamoci le nostre responsabilità e chiediamo perdono a DIO per poi aver manifestata la sua gloria su di noi.

Apocalisse 3:17 Poiché tu dici: “Io sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di nulla”; e non sai invece di essere disgraziato, miserabile, povero, cieco e nudo.

Disgraziato è colui che ha perso la grazia e vive solo per le opere. E’ colui che è gonfio di conoscenza ma in lui non c’è potenza, ed i frutti si vedranno. Ma quando c’è umiltà e si chiede la guida a DIO, allora si vedranno frutti buoni.

2 Timoteo 3:2 perché gli uomini saranno amanti di se stessi, avidi di denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, disubbidienti ai genitori, ingrati, scellerati,

Questi sono i segni finali che precedono la fine ed il ritorno di Gesù.

Per sapere se apparteniamo a questa categoria di persone, basta porci alcune domande ed esaminare noi stessi:

  • Cosa facciamo quando intaccano la nostra tranquillità?

Se siamo morti nella carne non reagiremo, saremo tranquilli, mentre se ci agiteremo e percepiremo che stanno intaccando il nostro quieto vivere, allora vorrà dire che ancora siamo amanti di noi stessi.

Dovremmo solo reagire quando viene minacciata la nostra libertà di servire il Signore, facendo come fece Pietro che non ubbidì al comando degli uomini ma ubbidì a quello che DIO gli aveva detto.

  • Cosa rispondiamo quando vogliono da noi qualcosa che abbiamo e che non vogliamo dare?

A questo proposito leggiamo:

Giovanni 6:9 <<V’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due piccoli pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?>>.

Non dobbiamo sottovalutare quello che abbiamo, poiché se siamo nella fede e ci arrivano queste richieste da DIO è perché Lui vuole fare cose grandi con quel poco che noi abbiamo.

  • Cosa facciamo quando mettono il dito nelle nostre piaghe?

Ci ribelliamo oppure accettiamo la benevola riprensione da parte di un fratello o di una sorella?

Giovanni 20:27 Poi disse a Tommaso:<<Metti qua il dito e guarda le mie mani; stendi anche la mano e mettila nel mio costato, e non essere incredulo, ma credente>>.

Quando siamo morti a noi stessi non ci ribelliamo ma accettiamo la cura, seppur dolorosa.

  • Cosa facciamo quando ci mettono davanti lo stile di Cristo e il nostro che è letteralmente l’opposto?

Siamo chiamati ad essere santi, a non puntare il dito ed a non metterlo nella piaga degli altri. Ma DIO ci dice di guardare avanti ed abbandonare il nostro vecchio stile di vita.

  • Come ci comportiamo quando sappiamo di essere nel torto?

Sappiamo chiedere perdono ed ammettiamo di aver sbagliato? Se questo non avviene non siamo dei veri cristiani.

Esodo 3:1Mosè pascolava il gregge di Jethro suo suocero, sacerdote di Madian; egli portò il gregge oltre il deserto e giunse alla montagna di DIO, all’Horeb. 2 E l’angelo dell’Eterno gli apparve in una fiamma di fuoco, di mezzo ad un roveto. Mosè guardò ed ecco il roveto bruciava col fuoco, ma il roveto non si consumava. 3 Allora Mosè diss:<<Ora mi sposterò per vedere questo grandioso spettacolo: perché mai il roveto non si consuma!>>. 4 Or l’Eterno vide che egli si era spostato per vedere, e DIO lo chiamò in mezzo al roveto e disse:<<Mosè, Mosè!>>. Egli rispose:<<Eccomi>>. 5 DIO disse:<<Non avvicinarti qui; togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale stai è suolo santo>>. 6 Poi aggiunse:<<Io sono il DIO di tuo Padre, il DIO di Abrahamo, il DIO di Isacco e il DIO di Giacobbe>>.

DIO si è rivelato a Mosè e quando Lui scese dal monte, non fu più il vecchio Mosè ma il missionario chiamato a far uscire il popolo di DIO dall’Egitto. Anche noi possiamo essere dei Mosè pronti a portare alla salvezza tanti perduti, se solo chiediamo perdono a DIO per le nostre mancanze e riconosciamo che abbiamo bisogno dell’Eterno.

Stiamo davanti al Signore e chiediamogli la guida per quello che Lui vuole che facciamo.

Dobbiamo stare in ginocchio davanti a DIO per poi poter stare in piedi dinanzi al diavolo. Amen.

 

 

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