CHIESA  CRISTIANA "PAROLA DELLA GRAZIA" ISPICA 

 

 

 

                                                                                                                                                                                                                                        1Cor 11:23 Poiché io ho ricevuto dal Signore ciò che vi ho anche trasmesso: che il Signore Gesù, nella notte in cui fu tradito, prese del pane 24 e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Prendete, mangiate; questo è il mio corpo che è spezzato per voi; fate questo in memoria di me». 25 Parimenti, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete in memoria di me».

  26 Poiché ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, finché egli venga. 27 Perciò chiunque mangia di questo pane o beve del calice del Signore indegnamente, sarà colpevole del corpo e del sangue del Signore. 28 Ora ognuno esamini se stesso, e così mangi del pane e beva del calice, 29 poiché chi ne mangia e beve indegnamente, mangia e beve un giudizio contro se stesso, non discernendo il corpo del Signore. 30 Per questa ragione fra voi vi sono molti infermi e malati, e molti muoiono. 31 Perché se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati. 32 Ma quando siamo giudicati, siamo corretti dal Signore, affinché non siamo condannati col mondo.

 

Esaminare noi stessi ci permette di discernere il corpo del Signore per avere comunione con Lui. Ma questo va fatto ogni giorno poiché esaminare noi stessi ci permette di trarre tutti i benefici della vita con Gesù, raccogliendo il frutto di quello che Lui ha fatto duemila anni fa.

Inoltre questo ci permette anche di sfuggire alla morte fisica prematura perché DIO vuole che siamo benedetti e sazi di giorni per essere anche di benedizione per gli altri nel corpo di Cristo e di non passare attraverso il giudizio.

Celebrare il memoriale della cena del Signore ci permette non solo di ricordare ma anche di poter vedere la potenza che risiede nel sacrificio che Gesù ha fatto in croce per noi affinché godessimo i benefici quali la liberazione, la guarigione, la gioia del Signore.

Non dimentichiamoci che Gesù sta tornando e vuole vedere i suoi figli pronti al combattimento restando fedeli alla sua Parola, scacciando il diavolo quando vuole paralizzarci con la paura, l’ansia e le sue bugie.

 

1 Corinzi 10:16 il calice della benedizione, che noi benediciamo, non è forse partecipazione con il sangue di Cristo? Il pane, che noi rompiamo, non è forse partecipazione con il corpo di Cristo?

 

La comunione con Gesù è essere partecipi delle sofferenze di Cristo e del versamento del suo sangue. Siamo un corpo unito con Cristo se condividiamo il nostro tempo, le nostre risorse con gli altri, se siamo partecipi con i fratelli in Cristo nei loro momenti di bisogno, intercedendo, combattendo, facendo visita a chi è malato, solo o debole nella fede.

 

1 Giovanni 2:3 E da questo sappiamo che l’abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. 4 Chi dice:<<Io l’ho conosciuto>>, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui. 5 Ma chi osserva la sua parola, l’amore di DIO in lui è veramente reso perfetto. Da questo conosciamo che siamo in lui.

 

Abbiamo bisogno di avere la rivelazione dell’amore perfetto di DIO per noi, attraverso l’ascolto e l’ubbidienza alla Parola di DIO con azioni concrete essendo mossi dall’amore per l’avanzamento del regno di DIO, portando anime perdute a Cristo e non per raggiungere numeri maggiori di persone presenti nelle chiese.

 

1 Giovanni 2:9 Chi dice di essere nella luce e odia il proprio fratello, è tuttora nelle tenebre. 10 Chi ama il proprio fratello dimora nella luce e non vi è niente in lui che lo faccia cadere. 11 Ma chi odia il proprio fratello è nelle tenebre e cammina nelle tenebre, e non sa dove va, perché le tenebre gli hanno accecato gli occhi.

 

Amare il proprio fratello significa camminare nella luce. Quindi bisogna amare sempre, anche il fratello che è arrogante, carnale, poiché anche se è nato di nuovo, può camminare ancora nella carne e non nello spirito; amare con pazienza, pregando affinché possa pian piano prendere coscienza della sua situazione e possa desiderare di cambiare.

Non cediamo alla tentazione del nemico che vorrebbe farci isolare dagli altri poiché questo gli permetterebbe di distruggerci.

 

1 Giovanni 4:20 Se uno dice:<<Io amo DIO>>, e odia il proprio fratello, è bugiardo; chi non ama infatti il proprio fratello che ha visto, come può amare DIO che non ha visto? 21 E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama DIO, ami anche il proprio fratello.

 

L’amore per i fratelli è la dimostrazione che amiamo DIO. I fratelli sono i figli di DIO per questo dobbiamo amarli, aldilà delle loro debolezze e della loro carnalità, pregando per loro affinché DIO possa far loro comprendere quanto Lui li ami e desideri il loro cambiamento.

 

1 Pietro 1:22 Avendo purificato le anime vostre con l’ubbidienza alla verità mediante lo Spirito, per avere un amore fraterno senza alcuna simulazione , amatevi intensamente gli uni gli altri di puro cuore.

 

Le anime si sporcano quando entra la paura, la preoccupazione, l’agitazione, causate dall’aver prestato ascolto e messo fede alle bugie che il diavolo sussurra nelle menti.

Tutto questo impedisce al cristiano di pregare per se stesso e per i bisogni degli altri perché le bugie del nemico tendono anche a farci sentire inadeguati ed a non avere fede in DIO. Non dobbiamo dimenticare in questi momenti quello che sta scritto nel salmo 23 in cui ci viene detto di confidare in DIO poiché Lui è colui che non ci lascia mai ovunque ci troviamo.

 

Giovanni 10:14 Io sono il buon pastore, e conosco le mie pecore e le mie conoscono me.

 

Le pecore conoscono intimamente il cuore di Gesù così come Lui conosce il loro cuore. Questo è quello che farà potenziare in ogni pecora il soprannaturale, quando desidera conoscere più intimamente Cristo.

 

Giovanni 10:27 Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono;

 

Le pecore ascoltano e seguono, perciò devono avere l’orecchio aperto ed aspettare in silenzio la voce del Signore che dice loro quello che devono fare.

Se siamo pecore non dobbiamo seguire l’esempio di Giona che per non voler dare ascolto a DIO, andò dalla parte opposta di dove l’Eterno gli aveva detto di andare.

Può capitare che coloro che un tempo furono pecore, ora siano diventate capre e si siano fatte un loro credo contrario alla Parola di DIO, nutrendo il loro orgoglio e divenendo disubbidienti.

Preghiamo affinché ciascun cristiano non faccia naufragio nella fede ma che si fortifichi invece nell’ascolto e nell’ubbidienza alla Parola di DIO, chiedendogli anche di preservare la mente dagli attacchi del nemico. Amen.

 

 

 

 

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