CHIESA  CRISTIANA "PAROLA DELLA GRAZIA" ISPICA 

 

 

 

FILIPPESI 4:10 Or mi sono grandemente rallegrato nel Signore, perché finalmente le vostre cure per me si sono ravvivate; in realtà già ci pensavate, ma ve ne mancava l'opportunità. 11 Non lo dico perché sia nel bisogno, poiché ho imparato ad essere contento nello stato in cui mi trovo.

Qui Paolo esprime gioia, allegrezza, poiché è arrivato un qualcosa di sostentamento, un dono d’amore da parte della chiesa di Filippi. Si tratta di un ringraziamento per il fatto che i Filippesi stavano entrando nel pieno della loro missione che era quella di manifestare l’Amore di DIO  che era dentro di loro.

L’apostolo Paolo aveva imparato ad essere contento nello stato in cui si trovava cioè ad essere contento in ogni condizione sia buona o cattiva perché dentro di lui c’era una gioia che veniva dal cielo che derivava dal sapere di avere DIO sempre vicino, in ogni situazione.

Essere contenti e gioiosi, allegri in ogni tempo non avviene in modo automatico ma c’è bisogno di imparare ad essere allegri; questo porta verso la maturità spirituale.

Per essere maturi spiritualmente per prima cosa è necessario:

Imparare l’ubbidienza mentre ci si trova in uno stato di sofferenza;

Imparare ad ascoltare chi ci parla per poi avere la capacità di ascoltare la voce di DIO, dopo esserci esercitati nell’ascolto degli altri. Il profeta Samuele fin da piccolo era stato insegnato ad ascoltare, prima la voce del sacerdote a cui era stato affidato e poi ad ascoltare quella di DIO.

Imparare a pregare per ogni cosa, il che richiede sacrificio.

Imparare a parlare in fede perché prima si crede con il cuore ma poi bisogna dichiarare quello in cui si è creduto.

Imparare a combattere il nemico delle anime nostre, senza cadere nella trappola dello spirito di paura, restando in piedi dinanzi al nemico mentre incassiamo i colpi che ci vengono sferrati, amando e perdonando.

Imparare a dipendere da DIO, umiliando il nostro orgoglio.

FILIPPESI 4:12 So essere abbassato, come anche vivere nell'abbondanza; in tutto e per tutto ho imparato ad essere sazio e ad aver fame, ad abbondare e a soffrire penuria. 13 Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica.

Imparare a stare bene anche in una condizione di penuria, essendo allegri e ricordando che Gesù stette quaranta giorni a digiuno nel deserto ma fu sostenuto e fortificato da DIO.

Noi possiamo ogni cosa in Cristo, come dice la Scrittura, ma solo quando stiamo alla Sua presenza perché così riceviamo la forza per superare ogni attacco ed ogni mancanza.

Gesù stesso quando era nei Getsemani ricevette la forza di affrontare la crocifissione poiché anche Lui era un uomo come noi, con i nostri stessi limiti in quanto si era spogliato della Sua deità quando venne sulla terra ma, con il Suo esempio, ci ha insegnato a dipendere dal nostro Padre e nostro DIO.

La forza ci viene anche dal fatto di essere figli di DIO e di sapere di avere l’autorità sul nemico dataci da Gesù.

Dipendere da DIO ci fa comprendere che i nostri progetti devono essere sottoposti a Lui, per essere noi sicuri di essere al posto giusto ed al momento giusto, poiché sarà DIO ad aprirci le porte. Tutto questo avverrà se ovviamente metteremo DIO al primo posto.

GIOVANNI 15:5 Io sono la vite, voi siete i tralci; chi dimora in me e io in lui, porta molto frutto, poiché senza di me non potete far nulla.

E’ necessario legare lo spirito di indipendenza e di ribellione, imparando a fare le cose per ubbidienza a DIO e non per nostro piacere, essendo contenti per la nostra posizione nei luoghi celesti, in quanto questo ci farà uscire dalle condizioni negative, sapendo di essere figli amati dall’Eterno.

Quindi, quando ci verrebbe spontaneo lamentarci in realtà quella è la condizione per lodare il Signore.

2 TIMOTEO 4:16 Nella mia prima difesa nessuno è stato al mio fianco, ma mi hanno tutti abbandonato; questo non venga loro imputato. 17 Il Signore però mi è stato vicino e mi ha fortificato, affinché per mio mezzo la predicazione fosse portata a compimento e tutti i gentili l'udissero; ed io sono stato liberato dalle fauci del leone.

Stare sempre vicino al Signore, parlando con Lui, pregandolo e ringraziandolo. Egli non ci lascerà mai da soli come invece potrebbe accadere da parte anche dei nostri fratelli in Cristo, proprio come accadde a Paolo quando fu lasciato solo durante il processo a cui fu sottoposto.

ATTI 16:22 Allora la folla insorse tutta insieme contro di loro; e i pretori, strappate loro le vesti, comandarono che fossero frustati. 23 E, dopo averli battuti con molti colpi, li gettarono in prigione, comandando al carceriere di tenerli al sicuro. 24 Questi, ricevuto un tale ordine, li gettò nella parte più interna della prigione e fissò i loro piedi ai ceppi. 25 Verso la mezzanotte Paolo e Sila pregavano e cantavano inni a Dio; e i prigionieri li udivano. 26 Improvvisamente si fece un gran terremoto, tanto che le fondamenta della prigione furono scosse: e in quell'istante tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si sciolsero.

Paolo e Sila non erano nella condizione ideale in quella prigione, eppure pregarono e lodarono DIO nonostante fossero in catene. Essi sapevano di essere figli di DIO, per questo erano perseguitati. Ma entrambi offrirono un culto a DIO, Lo adorarono e l’Eterno alzò la Sua mano per liberarli.

Esaminiamo le parole che escono dalla nostra bocca, se con esse condanniamo, mormoriamo, ci lamentiamo, malediciamo o se perdoniamo e chiediamo a DIO nuove forze per lodarlo nei momenti di difficoltà.

1 TESSALONICESI 2:8 Così, nel grande affetto che nutrivamo per voi, eravamo contenti di comunicarvi non solo l'evangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci eravate divenuti cari.

Questo versetto ci fa comprendere che predicare il Vangelo per Paolo era una gioia ed era anche disposto a morire pur di portare alla salvezza eterna un peccatore.

Anche per noi dovrebbe essere una gioia e non dovremmo temere di essere scherniti od essere perseguitati per amore verso la Parola di DIO. AMEN.

 

 

Accesso utenti