Giov.12:24 In verità, in verità vi dico: Se il granel di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto
Per portare molto frutto nel Regno di DIO, è necessario morire a noi stessi perché se il seme non muore, non può produrre frutto. Quindi, non basta seminare il seme nella terra (cioè nel nostro cuore, nella nostra vita spirituale); ancor di più non serve mettere il seme nella nostra mente, poiché facilmente è lì che il diavolo lo porta via. Perciò il seme deve cadere in buona terra e morire, non a caso Gesù ci ha detto questo nei versetti contenuti in:
Luca 8:5 <<Un seminatore uscì a seminare la sua semente; e mentre egli seminava, una parte cadde lungo la via, e fu calpestata e gli uccelli del cielo la mangiarono. 6 E un’altra parte cadde sulla roccia e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. 7 e un’altra parte cadde tra le spine; e le spine,cresciute insieme, la soffocarono. 8 E una parte invece cadde in buona terra, germogliò e fruttò il cento per uno>>. Dette queste cose, esclamò: “Chi ha orecchi da udire,oda!”>>
Sarebbe bene meditare e chiedere la rivelazione di questa parabola, per non essere schiacciati dal diavolo, poiché spetta a noi dominare le circostanze e non al nemico.
Il terreno, cioè il nostro cuore, non deve essere duro, o con spine oppure con pietre, perché altrimenti il seme resterà in superficie. Solo consacrandosi alla volontà di DIO, potremo morire al nostro vecchio uomo interiore, egoista che pensa solo per sé; solo così perderemo la nostra forma, proprio come accade al seme, quando germoglia, che muta e diventa una piantina che porta frutto perché c’è una moltiplicazione di semi. Occorre acqua ed umidità per far germogliare il seme, l’acqua è la Parola di DIO che aiuta la piantina, cioè noi, a mettere radici profonde nel terreno.
La piantina, cioè il cristiano, deve diventare una copia di Gesù proprio attraverso un processo di morte a se stesso, analizzando se al risveglio, al mattino, la prima cosa a cui pensa è Gesù, il bene del prossimo, servire DIO, prima ancora di occuparsi delle cose quotidiane.
Occorre abbandonare le vecchie abitudini sbagliate cioè dissodare il terreno, poiché qualsiasi cosa che viene seminata nella buona terra, ha bisogno di tanta trasformazione prima di diventare utile, così come accade al chicco di frumento.
Spiritualmente parlando è la Parola di DIO che aiuta il nostro processo di cambiamento (bonifica del terreno) se non solo la ascoltiamo ma anche la pratichiamo. Se non avviene un cambiamento dentro di noi, nel nostro carattere egoista ed egocentrico, e non siamo disposti a soffrire, vuol dire che il seme non è morto e non è caduto in profondità nella terra. Se la Parola di DIO cade in profondità dentro di noi, fa sì che gli altri vedano Gesù e non noi stessi.
Gesù ha voluto moltiplicare se stesso seminandosi nei 12 apostoli e successivamente nei 70 dopo la discesa dello Spirito Santo nell’alto solaio. È lo Spirito Santo a far sì che dopo 2000 anni ci siano ancora cristiani disposti a morire a se stessi e vivere da nuove creature in Cristo Gesù.
Questo accade quando si ascolta la Parola di DIO e la si medita con molta attenzione. DIO stesso ce ne chiederà conto in quanto ha detto che “a chi molto è stato dato, molto sarà ridomandato”. Bisogna anche cercare di capire se abbiamo veramente compreso nel modo giusto la Parola che abbiamo letto, magari confrontandoci con qualcun altro.
La Parola, poi, deve essere ricevuta nel cuore e custodita al fine di permetterle di portare rivelazione e cambiamento, per vivere nell’abbondanza che Cristo ci vuole dare.
La Parola va presa per intero, anche se ci costa sacrificio; non a caso nell’Antico Testamento DIO ha detto che l’agnello andava mangiato tutto, comprese le interiora e la testa.
2 Corinzi 2:11 <<affinché non siamo sopraffatti da Satana, perché non ignoriamo le sue macchinazioni.>>
Satana vuole distrarci affinché non mangiamo tutta la Parola e così essa non abbia effetto.
Giovanni 8:28 <<Quindi Gesù disse loro: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che io sono e che non faccio nulla da me stesso, ma dico queste cose come il Padre mi ha insegnato.>>
Gesù, per scelta, ha annullato se stesso e ha fatto tutto quello che il Padre gli ha comandato, dipendendo da DIO in tutto quello che faceva e diceva.
Gesù è morto a se stesso quando ha deciso di scendere dal cielo per essere sacrificato al posto nostro, rinunciando alla sua natura divina per ubbidire al Padre e far vedere Lui e non se stesso.
Giovanni 14:9 <<Gesù gli disse: “Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre; come mai dici: “Mostraci il Padre?”>>
Se siamo morti a noi stessi, quando gli altri ci offendono, chiederemo perdono per loro e dichiareremo di volerli continuare ad amare. Siamo chiamati ad essere un modello per gli altri, per edificarli e incoraggiarli in DIO, aiutandoli a far vivere dentro di loro la Sua potenza. Amen