LUCA 24:1 Ora nel primo giorno della settimana, al mattino molto presto, esse, e altre donne con loro, si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparato. 2 E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. 3 Ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. 4 E, mentre erano grandemente perplesse a questo riguardo, ecco presentarsi loro due uomini in vesti sfolgoranti. 5 Ora, essendo esse impaurite e tenendo la faccia chinata a terra, quelli dissero loro: «Perché cercate il vivente tra i morti? 6 Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordatevi come vi parlò, mentre era ancora in Galilea, 7 dicendo che il Figlio dell'uomo doveva esser dato nelle mani di uomini peccatori, essere crocifisso e risuscitare il terzo giorno».
Il vivente cioè colui che vive e dà vita a coloro che credono in Lui e che, quindi nascono di nuovo, a nuova vita.
APOCALISSE 1:17 Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli mise la sua mano destra su di me, dicendomi: «Non temere! Io sono il primo e l'ultimo, 18 e il vivente; io fui morto, ma ecco sono vivente per i secoli dei secoli, amen; e ho le chiavi della morte e dell'Ades.
V.18 Qui è Gesù stesso che si definisce il vivente e che è Colui che ha le chiavi della morte ma chi crede in Lui vince, vive, cresce, combatte e conquista territorio spirituale, indossando l’armatura del credente (di cui si parla in EFESINI 6:10-18).
Alcune volte la vittoria avviene senza parlare ed alla fine anche facendo solo un grido, come è successo quando caddero le mura della città di Gerico.
Spesso cerchiamo la soluzione nelle cose naturali ma in realtà è in Cristo che la troviamo, in quanto si adempie il patto di cui si parla in:
GEREMIA 31:31 Ecco, verranno i giorni», dice l'Eterno, «nei quali stabilirò un nuovo patto con la casa d'Israele e con la casa di Giuda; 32 non come il patto che ho stabilito con i loro padri nel giorno in cui li presi per mano per farli uscire dal paese di Egitto, perché essi violarono il mio patto, benché io fossi loro Signore», dice l'Eterno. 33 «Ma questo è il patto che stabilirò con la casa d'Israele dopo quei giorni», dice l'Eterno: «Metterò la mia legge nella loro mente e la scriverò sul loro cuore, e io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. 34 Non insegneranno più ciascuno il proprio vicino né ciascuno il proprio fratello, dicendo: "Conoscete l'Eterno!", perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande», dice l'Eterno. «Poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato».
Nel nuovo patto sono in evidenza tre aspetti determinanti che rivoluzionano il nostro rapporto con DIO e creano una relazione PADRE- FIGLIO:
1) Metterò la mia legge nella loro mente e la scriverò nei loro cuori; mentre prima DIO aveva scritto la Sua legge con il dito sulla pietra, a simboleggiare che era stata data al popolo d’Israele con un cuore indurito, il nuovo patto nasce dal calice della redenzione per il sangue innocente versato da Cristo sulla croce e che fa rinascere l’uomo di acqua e di spirito. L’acqua rappresenta la Parola che ci porta allo Spirito e lo Spirito ci porta alla Parola. Il nostro cuore è trasformato e diventa un cuore sensibile con uno spirito mansueto, dolce, che sa amare. In questo modo riceviamo la rivelazione della Parola da parte dello Spirito Santo.
2) Sarò il loro DIO e mi conosceranno tutti, vuol dire che nel nuovo patto abbiamo una relazione diretta con DIO, senza intermediario, dal momento che abbiamo ricevuto Gesù nel nostro cuore come Signore e Salvatore.
3) Poiché perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò del loro peccato; DIO cancella la nostra natura di peccato perché siamo purificati dal sangue di Gesù e ci dona la stessa condizione di Gesù che ci permette di perdonare coloro che ci offendono e di rimettere loro i peccati, ovviamente non siamo noi a farlo ma ciò avviene nella dimensione spirituale in cui Gesù rimette i peccati e ci dà una veste di giustizia.
Ma allora, in quanto cristiani, come mai molto spesso non riusciamo a perdonare subito? Sicuramente perché non abbiamo ancora compreso il significato di perdono per il popolo d’Israele. Il perdonare è un atto di fede ed è la fede che ci permette di comprendere la mentalità ebraica per cui Davide attraverso la circoncisione si ricordava del patto di fedeltà che DIO aveva fatto con il Suo popolo. E’ la fedeltà reciproca che fa vivere nelle benedizioni; DIO è sempre fedele al patto, siamo noi che spesso non lo siamo …
LUCA 22:17 Poi prese il calice, rese grazie e disse: «Prendete questo e dividetelo fra di voi, 18 perché io vi dico che non berrò più del frutto della vigna, finché il regno di Dio sia venuto». 19 Poi, preso il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo, che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20 Così pure, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è sparso per voi. 21 Ma ecco, la mano di colui che mi tradisce è sulla tavola con me.
Il patto di sangue era ben compreso dai discepoli in quanto prima del sacrificio di Gesù, ogni anno, durante la Pasqua ebraica, veniva sacrificato l’agnello il cui sangue era sparso per coprire i peccati e per il perdono delle iniquità.
Il sacrificio di Gesù è servito per sempre per cancellare tutti i nostri peccati e per il perdono di tutte le nostre iniquità, come leggiamo in:
EBREI 9:22 E, secondo la legge, quasi tutte le cose sono purificate col sangue; e senza spargimento di sangue non c'è perdono dei peccati.
EBREI 9:24 Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura delle cose vere, ma nel cielo stesso per comparire ora davanti alla presenza di Dio per noi,
EBREI 9:26 altrimenti egli avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo; ma ora, una sola volta, alla fine delle età, Cristo è stato manifestato per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso.
Con la cancellazione di tutti i nostri peccati passati, presenti e futuri, camminiamo in novità di vita e chiediamo perdono quando sbagliamo poiché, se non lo facciamo, la comunione intima con DIO verrebbe interrotta.
Abrahamo aveva perfettamente compreso la mentalità di patto e ne diede prova quando accettò di sacrificare suo figlio Isacco sull’altare, poiché sapeva che DIO glielo avrebbe restituito.
Se anche noi entriamo nella mentalità del patto e la comprendiamo, saremo certi che le nostre preghiere nel nome di Gesù ed in accordo alla volontà di DIO Padre, saranno certamente esaudite.
Gesù stesso ci ha mostrato che usava l’autorità, non pregava, per guarire i malati, liberare gli oppressi, cacciare i demoni; Lui prima di operare, benediceva e lodava il Padre e chiedeva a Lui quali opere doveva compiere, giorno dopo giorno.
GALATI 4:19 Figli miei, che io partorisco di nuovo, finché Cristo sia formato in voi!
L’apostolo Paolo, dopo aver condotto alla Verità i Galati, dovette rifare il lavoro nuovamente in quanto essi si erano lasciati ingannare da coloro che agivano in modo religioso e che dichiaravano che la salvezza si ottiene compiendo le opere; mentre sta scritto che i salvati, cioè coloro che hanno accettato Gesù nel loro cuore, compiono le opere innanzi preparate da DIO ma non sono salvati per le opere.
Quindi, tutto ciò che dobbiamo fare è permettere allo Spirito Santo di formare il carattere di Cristo in noi, spogliandoci della vecchia natura cioè della vecchia mentalità razionale, rivestendoci della natura di Cristo cercando, come Lui, il Padre per ogni cosa per allinearci costantemente alla Sua volontà. Tutto questo avviene se siamo in comunione con lo Spirito Santo e sarà Lui a rivelarci quanto scritto nella Bibbia. Amen.