Giac.4:8 Avvicinatevi a Dio ed egli si avvicinerà a voi; nettate le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o voi dal cuore doppio! 9 Affliggetevi, fate cordoglio e piangete; il vostro riso si cambi in duolo e la vostra gioia in tristezza. 10 Umiliatevi davanti al Signore, ed egli vi innalzerà.
11 Non parlate gli uni contro gli altri, fratelli; chi parla contro il fratello e giudica il proprio fratello, parla contro la legge e giudica la legge; ora se giudichi la legge, tu non sei un esecutore della legge, ma un giudice. 12 C'è un solo Legislatore, che può salvare e mandare in perdizione; ma tu chi sei, che giudichi un altro?
Il Signore, attraverso Giacomo, ci invita ad avvicinarci a DIO, pulendo bene prima le nostre mani, per non peccare più con esse, con il cuore, con le orecchie e con gli occhi.
Infatti possiamo scegliere di non ascoltare chi parla male di un’altra persona o di non ascoltare le bugie che il diavolo ci sussurra, oppure di non guardare ciò che potrebbe contaminare il nostro cuore.
DIO vuole che stiamo alla sua presenza per vedere con i nostri purificati, la santità e la purezza Sua; poiché se ci avviciniamo a Lui, essendo sporchi di peccato e non purificati con il preziosissimo sangue versato da Gesù sulla croce, non potremmo sopravvivere dinanzi alla Sua santità.
Ogni giorno abbiamo bisogno di di purificare i nostri cuori che diventano duri come pietra e che sono incapaci di perdonare e di fare del bene a noi stessi. Mentre noi ci avviciniamo a Cristo, Lui ci trasforma e ci fa diventare luce in questo mondo di tenebre. Nessun uomo o nessuna cosa potrà cambiarci ma soltanto la potenza della Parola di DIO e la Sua gloria.
E’ importante capire lo stile di DIO per realizzare l’obiettivo di avvicinarci a Lui; DIO è delicatissimo e gentilissimo, non si impone ma sta alla porta e bussa, in attesa che noi gli apriamo, mentre il diavolo irrompe nella nostra vita come fa un ladro, di sorpresa e di notte, ed apre la porta con chiavi false.
Per poter ascoltare DIO, che è delicato, dobbiamo fare silenzio intorno a noi e salire, figurativamente parlando, sul monte Horeb, dove DIO parlò a Mosè, come sta scritto in:
Esodo 3:1 Or Mosè pascolava il gregge di Jethro suo suocero, sacerdote di Madian; egli portò il gregge oltre il deserto e giunse alla montagna di DIO, all'Horeb. 2 E l'Angelo dell'Eterno gli apparve in una fiamma di fuoco, di mezzo a un roveto. Mosè guardò ed ecco il roveto bruciava col fuoco, ma il roveto non si consumava. 3 Allora Mosè disse: <<Ora mi sposterò per vedere questo grandioso spettacolo: perché mai il roveto non si consuma!>> 4 Or l'Eterno vide che egli si era spostato per vedere, e DIO lo chiamò di mezzo al roveto e disse: <<Mosè, Mosè!>>. Egli rispose: <<Eccomi>>.
Mosè conosceva la delicatezza di DIO, perciò riuscì ad udirlo quando Lui lo chiamò. In realtà dentro Mosè, anche se in modo inconsapevole, c’era il desiderio di incontrarlo, per questo si diresse verso il monte Horeb dove fu attratto da un pruno che ardeva in fiamme ma non si consumava.
DIO lo chiamò per nome e subito Mosè capì di essere importante per l’Eterno.
Il monte Horeb rappresenta un luogo dove solo DIO può trovarci, cioè un luogo isolato in cui ci rechiamo per incontrarlo, come la cameretta segreta dove DIO può finalmente chiamarci e parlarci, e ci dice di camminare alla sua presenza, integri e per fede, e non attraverso i nostri sensi naturali.
Se non ci avvicineremo a Lui, non potremo entrare nello scopo divino che ci ha preparato.
Quindi abbiamo visto che DIO vuole essere ascoltato ed ubbidito, ma anche vuole essere riconosciuto per quello che Lui è. Perciò Gesù chiese ai suoi apostoli che idea si erano fatta di Lui.
Se non riconosciamo quello che è DIO veramente, Egli non potrà parlarci né dirci cosa dovremo fare e cosa non dovremo fare, al fine di percorrere il giusto percorso, così come fece con Mosè al quale affidò il compito di portare il popolo d’Israele sul monte Horeb cioè alla presenza di DIO nel deserto ovvero dinanzi a colui che fa le promesse e non di guidarli alla terra promessa; ma il popolo d’Israele non volle salire alla presenza dell’Eterno, perché avevano paura ed avrebbero preferito tornare in Egitto e continuare a restare schiavi anziché liberi.
Marco 15:29 E coloro che passavano lì vicino lo ingiuriavano, scuotendo il capo e dicendo: <<Eh, tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo riedifichi, 30 salva te stesso e scendi giù dalla croce!>> 31 Similmente anche i capi dei sacerdoti con gli scribi, beffandosi, dicevano tra di loro: <<Ha salvato altri, e non può salvare se stesso.
grandi folle si avvicinavano a Gesù solo per i loro bisogni naturali e non come lo aveva cercato Mosè che voleva conoscerlo in profondità.
Giovanni 6:24 La folla, come vide che Gesù non era più là e neppure i suoi discepoli, salì anch'essa su quelle barche e venne a Capernaum, in cerca di Gesù. 25 E avendolo trovato di là dal mare, gli dissero: <<Maestro, quando sei venuto qui?>> 26 Gesù rispose loro e disse: <<In verità, in verità vi dico che voi mi cercate non perché avete visto segni, ma perché avete mangiato dei pani e siete stati saziati. 27 Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura in vita eterna, che il Figlio dell'uomo vi darà, perché su di lui il Padre, cioè Dio, ha posto il suo sigillo>>. 28 Gli chiesero allora: <<Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?>> 29 Gesù rispose e disse loro: <<Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato>>.
Dobbiamo credere che Gesù è il Messia, il Salvatore, colui che sazia il nostro cuore, solo se ci accostiamo a Lui ed Egli ci farà del bene.
Perciò dobbiamo cercare principalmente colui che ha fatto la promessa e non le sue promesse, non cerchiamo le opere di DIO ma il Suo volto, non cerchiamo la sua benedizione ma cerchiamo colui che benedice. Per questo c’è bisogno della manifestazione dei figli di DIO che rapiscono il Suo regno con violenza (determinazione costante). Amen.