In un tempo come questo, la cosa migliore da fare è riflettere su dove stiamo andando, visto che prima andavamo dove volevamo ed ora, da un po' di tempo, siamo stati relegati in casa e privati della nostra libertà a causa di questo nemico invisibile, cioè il coronavirus.
Genesi 16:6 Abramo rispose a Sarai: «Ecco, la tua serva è in tuo potere; fa' di lei ciò che ti pare». Sarai allora la trattò duramente, ed ella fuggì dalla sua presenza. 7 Or l'Angelo dell'Eterno la trovò presso una sorgente d'acqua nel deserto, presso la sorgente sulla strada di Shur, 8 e le disse: «Agar, serva di Sarai, da dove vieni e dove vai?». Ella rispose: «Me ne fuggo dalla presenza della mia padrona Sarai». 9 Allora l'Angelo dell'Eterno le disse: «Torna dalla tua padrona, e sottomettiti alla sua autorità». 10 Poi l'Angelo dell'Eterno soggiunse: «Io moltiplicherò grandemente la tua discendenza tanto che non la si potrà contare, a motivo del suo gran numero».
L’Angelo dell’Eterno è Gesù prima che fosse rivelato al mondo. Ed è proprio Gesù che dà ristoro alla serva Agar mentre stava fuggendo ed andando incontro a svariati pericoli perché si trovava in mezzo al deserto.
Come Gesù si prese cura di lei, lo stesso vuole fare con noi mentre stiamo andando incontro a delle scelte sbagliate.
Agar era stata trattata molto male dalla sua padrona Sarai, probabilmente perché lei stessa l’aveva trattata in modo irriverente. Questo ci fa comprendere che non dobbiamo inasprire le persone fino al punto di farle fuggire poiché il loro destino sarebbe la morte.
Quindi, come cristiani, dobbiamo incoraggiare come faceva Gesù, che amava tutti e non giudicava nessuno, mentre era sulla terra. Questo ci deve portare a riflettere ed esaminare noi stessi, se siamo ancora ribelli che stanno andando verso il deserto dove ci sono serpenti ed aridità.
Ma, ancora, abbiamo la possibilità di ritornare a DIO, così come accadde a Giona che cercò di fuggire lontano dall’Eterno perché non era d’accordo con il modo di agire di DIO, che usa misericordia e non condanna.
Se anche noi siamo come Giona, mentre era lontano da DIO, e vogliamo andare in una direzione opposta a quella che Lui ci ha preparato, ma abbiamo ancora il cuore verso DIO, potremo tornare a Lui.
1 Re 19:2 Allora Jezebel inviò un messaggero a Elia per dirgli: «Gli dèi mi facciano così e anche peggio, se domani a quest'ora non avrò fatto di te come uno di loro». 3 Quando sentì questo, Elia si levò e se ne andò per mettersi in salvo. Giunse a Beer-Sceba, che appartiene a Giuda, e vi lasciò il suo servo.
Il profeta Elia era stato la mano di DIO che aveva sterminato tutti i falsi profeti di Baal, con grande coraggio e fede. Ma quando udì l’ordine di Jezebel, scappò via a mettersi in salvo, perché fu preda dello spirito di paura.
Ognuno di noi deve imparare a combattere e sottomettere lo spirito di paura che è capace di annientare le nostre forze per farci arrendere. Ma il Signore, che capisce la nostra umanità e la nostra debolezza, è pronto a darci sostegno e nuove forze, così come fece con Elia, come sta scritto in:
1 RE 19:9 Là entrò in una caverna e vi passò la notte. Ed ecco, la parola dell'Eterno gli fu rivolta e gli disse: «Che fai qui, Elia?».
Elia era in una caverna, molto lontano da Jezebel, e si sentiva al sicuro, per questo DIO gli potette parlargli.
1 RE 19:15 L'Eterno gli disse: «Va', rifa' la strada del ritorno fino al deserto di Damasco; giunto là, ungerai Hazael come re di Siria. 16 Ungerai pure Jehu, figlio di Nimsci, come re d'Israele; ungerai quindi Eliseo, figlio di Shafat di Abel-Meholah, come profeta al tuo posto. 17 Così chiunque scamperà dalla spada di Hazael, sarà ucciso da Jehu; e chiunque scamperà dalla spada di Jehu, sarà ucciso da Eliseo.
Mentre Elia era tranquillo, DIO gli diede le direttive su cosa fare, ritornare e compiere un percorso ben preciso. DIO non giudica chi ha paura ma gli sta vicino ed aspetta che la paura gli passi mentre lo fortifica.
Atti 16:24 Questi, ricevuto un tale ordine, li gettò nella parte più interna della prigione e fissò i loro piedi ai ceppi. 25 Verso la mezzanotte Paolo e Sila pregavano e cantavano inni a Dio; e i prigionieri li udivano. 26 Improvvisamente si fece un gran terremoto, tanto che le fondamenta della prigione furono scosse: e in quell'istante tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si sciolsero. 27 Il carceriere, destatosi e viste le porte della prigione spalancate, trasse fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. 28 Ma Paolo gridò ad alta voce: «Non farti alcun male, perché noi siamo tutti qui».
Paolo e Sila erano felici di soffrire per Cristo, così deve essere per noi perché questo dimostra che stiamo credendo nel DIO Onnipotente.
Paolo e Sila non fuggirono, allo stesso modo di come fece Gesù quando andarono a prenderlo prigioniero per poi crocifiggerlo.
Il cuore di Paolo si identificò nell’uomo carceriere che si sarebbe ucciso qualora i prigionieri fossero fuggiti. Paolo, infatti, ebbe un atteggiamento simile al cuore di Gesù ed ebbe compassione per quell’uomo, permettendo all’amore di trionfare sul male e sulla vendetta. Questo significa essere figli di DIO, che amano le persone anche se da esse ricevono male.
Filippesi 4:13 Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica.
Una chiesa nata da un amore come ricompensa ad una privazione di libertà, questo è ciò che realizzò Paolo.
Galati 5:13 Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà; soltanto non usate questa libertà per dare un'occasione alla carne, ma servite gli uni gli altri per mezzo dell'amore.
Noi siamo liberi ma non dobbiamo scandalizzare le persone abusando della loro libertà.
Quindi la domanda che dobbiamo porci è: Dove stiamo andando?
Stiamo andando verso l’ubbidienza all’Eterno ed a raggiungere gli altri con l’amore del Signore per far tornare a casa coloro che si sono allontanati e che DIO aspetta per benedirli e renderli prosperi, oppure stiamo inseguendo i nostri progetti?
Mettiamoci sotto la protezione di DIO, tornando a Lui con tutto il nostro cuore, cercando di fare la Sua volontà ed incoraggiando le persone a non temere perché niente è impossibile a DIO.
Gesù cerca le pecore smarrite ma non coloro che volontariamente decidono di andarsene lontano da Lui per cercare le loro soddisfazioni personali; anche se è sempre pronto a riabbracciare coloro che sono pronti a tornare da Lui con tutto il loro cuore.
Ecco perché abbiamo bisogno di ricevere un battesimo di compassione per i perduti per soddisfare nostro Padre e rallegrarlo.
Luca 14:26 «Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, moglie e figli, fratelli e sorelle e perfino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. 27 E chiunque non porta la sua croce e mi segue, non può essere mio discepolo.
DIO non ci sta dicendo letteralmente che dobbiamo odiare chi ci sta accanto ma vuole che mettiamo ordine nella nostra vita, mettendo Gesù al primo posto e non cercando la nostra personale soddisfazione. Se vogliamo essere veri discepoli, dobbiamo mettere ordine e sopportare con pazienza, amando ed avendo compassione. Amen.